anno 920—932. 227 . Un altro punto di ecclesiastica disciplina ci viene attestalo dalle cronache antiche ; ed è che il clero nostro non portava allora la barba. La cronaca del Dolfin, a cui le altre acconsentono, così narra di questo Domenico : « Mozzala e rasa la barba a lui contro volontà, » pigliò lo vescovato, col quale la moglie e lioli demoravano nel-» l’episcopato servando castità el observando i divini precetti. » Non diciotto anni, come scrisse il Filiasi (1), e come narrano altri storici (2) ed altre cronatassi, ma nove soltanto governò Domenico la santa chiesa olivolese ; e poscia ne rinunziò spontaneamente la dignità, ed intraprese per devozione il pellegrinaggio della Palestina. I più lo dissero vescovo di Olivolo per diciotto anni, perchè non ebbero notizia di Giovanni, che nel 920 era al possesso di questa sede, invece di Domenico, e clic vi durò intorno a nove anni. Del quale Giovanni ci assicurano due documenti (3) del doge Partecipazio, nell’ anno Vili dell’ imperatore Costantino Porfirogenito, l’uno dell’aprile e l’altro del giugno dell’indizione Vili; e queste note cronologiche corrispondono appunto all’anno 920; nei quali sono sottoscritti alcuni altri vescovi;e questo Giovanni Olivo/ese n’è il decimo. E quando poi questo Giovanni morì, entrò al governo della diocesi olivolcse Pietro Tribuno, figliuolo del precedente doge di simil nome, nell’anno 929, non già nel 936, come per lo più hanno indicato le cronatassi. Le quali cose dimostrerò con più larga misura e con più minuto racconto nella mia opera sulle Chiese d’ Italia, quando narrerò la storia della diocesi di Venezia. (i) Tora. VI, pag. i5G. (3) I.ib ile’ Halli, pag. 149. (a) Veti. Galliroiolli. lom. 1V. pag. io3.