150 LIBRO II, CAPO VI. nè nuove le migliaja di siffatte fondazioni in più e più luoghi della cristianità. E aggiungerò, che sebbene sui capitelli delle colonne siano state scolpite le aquile imperiali, quasi a ricordanza del benefico ristoratore di quel sacro recinto , non ne fu però collocata neppur una in luogo distinto e principale, a servire d’indizio di proprietà o di sovranità. Nè le preghiere ordinate dal doge per la salute dell’ imperatore, nè verun’ altra di quelle intitolazioni, che vi si leggono attribuitegli, valgono tampoco a mostrare una dipendenza de’ veneziani da lui. Il pregare per chi ha fondato a sue spese una chiesa od un qualsivoglia altro luogo pio, è una pia costumanza antichissima e continuifta sempre sino ai di nostri : le intitolazioni non sono che formole comuni della diplomazia di quei secoli. Quanto poi all’ asserzione del Laugier, che l’imperatore Leone V era morto scomunicato dai papi per la sua ostinazione nell’ eresia degl3 Iconoclasti, piacenti di notare, che questi eretici non solo facevano guerra alle immagini sacre, ma anche alle sacre reliquie. Leone regalò alla chiesa di santo Zaccaria, oltre al corpo del santo titolare, varie altre reliquie commemorate nel ducale diploma. Sembra dunque, che dalla sua ostinazione di eretico iconoclasta siasi ravveduto ; sicché il raccomandare preci per la salute di lui non possa dirsi né contro la fede ortodossa nè contro lo spirito della cristiana pietà; meno poi nel diploma di un doge, il quale non è alla fin fine nè un teologo nè un sacro pastore di anime. Nè qui occorre, che io rammenti, essere stata questa chiesa sino da suoi primordii parrocchiale, ed essersene trasferita circa il 1107, per maggior quiete delle monache, la parrocchia a san Procolo, da noi detto nel nostro dialetto san Provolo. Nè ricorderò che nell 864 il monastero minacciava rovina, e fu risiaurato da Giovanna figlia del doge Orso Parlccipazio ; che nel 1105 perirono per un incendio e chiostro e chiesa e un centinajo di monache, soffocate nel sotterraneo, che tuttora si scorge ; che, rialzati dopo questa sciagura, durarono sino al 1456, nel qual anno s’ incominciò la grandiosa fabbrica del tempio, che ammirasi anche