48 LIBRO I, CAPO VII. (lodici gli si univa Valeriano ; i veneziani la rendevano forle di grosso numero. A tutte queste gli ostrogoti ne opponevano quarau-tasctte soltanto. Ferocissimo fu lo scontro : valore e furore d’ ambe le parli : un tempestare da prima con giavellotti e quadrella c saette ; poi un urtarsi di prore c prore coi saldi rostri ; quindi un combattersi a fronte c a’ fianchi con lancio c spade. Ma i barbari, meno esperti nel governare i mobili navigli, male comandavano, male eseguivano le manovre : ora troppo allargavansi e cosi davano ai veneziani la facoltà di rompere le loro file ; ora troppo serravansi ed impedivano a sè medesimi i movimenti : sicché tutte loro piombavano addosso le armi nemiche, e facevano di loro orrendo macello ; nè in tanta strage potevano pensare alla fuga, nè potevano averne il modo. Ad eccezione di undici, tulle le navi degli ostrogoti erano o disalberate, o rotte, o fracassate, o sommerse ; il mare rosseggiava di sangue, appariva più orrido pei molti corpi de’ nuotanti feriti o semivivi, per gli sparsi cadaveri galleggianti dei morii. Le undici navi rimaste, sbarcati a riva i soldati e i marinari, furono incendiate da loro stessi, perché non diventassero preda del nemico ; ed eglino, appena colle sole armi indosso, corsero disordinatamente al campo, eli’ era già pieno di spavento, di costernazione, di tumulto, e che, temendo o di uno sbarco dei vincitori o di una sortita generale degli assediali, ormai si dava alla fuga, c abbandonale trincee, tende, salmeric, riparavasi ad Osimo. La flotta vittoriosa, che qualche leggiero danno aveva aneli’ essa sofferto, entrò nel porto, ove, ristoppale e racconciate le navi, ricevette le congratulazioni c i ringraziamenti dei liberati anconitani : quindi, scioltisi i prodi combattenti, ritornarono Giovanni a Salona, Valeriano a Ravenna, i veneziani alle loro lagune, gloriosi di poter segnare 1’ anno memorando nei fasti della loro Repubblica.