anno 1045. 357 prese il suo nome anche il porlo, che talvolta si dice di Lio, talvolta di san Nicolò. Quella chiesa fu arricchita in seguilo anche delle sacre spoglie del santo vescovo titolare, cui trasferirono i veneziani dalle rovine di Mira a Venezia, nell’occasione, che una loro dotta radeva le coste della Natòlia. CAPO XVII. Defezione di Zara: i veneziani la ricuperano. Se vogliamo credere al Dandolo, nell’ anno settimo del doge Contarmi, un re di Ungheria slimolava la città di Zara e le altre città dalmate a sollevarsi contro i veneziani, per unirsi piuttosto al suo regno : e già s’è anche veduto poco addietro, come quei popoli, lasciata la colleganza colla repubblica, avevano aderito ai greci. Secondo il sunnominato cronista, quel re di Ungheria sarebbe stalo Salomone figliuolo di Andrea. Ma il Lucio, storico della Dalmazia, saggiamente notò (1), che un Salomone ottenne la corona ungherese molto più tardi dell’ anno segnato dal Dandolo, e che perciò il re, di cui egli fece menzione, non poteva essere clic Cresimiro re dei croati, il quale appunto viveva in quel tempo. Anche il Muratori avvertì, non corrispondere il racconto del Dandolo cogli anni, in cui regnò Salomone sull’ Ungheria : e alcune altre cronache antiche, siccome anche il Monacis e il Sabellico (2), attribuiscono queste inquietudini della Dalmazia ai tempi del re croato. Una flotta veneziana, dice il Dandolo, e con lui lo dicono gli altri storici nostri, riacquistò il dominio di Zara c di altre piazze, che s’erano unite al re straniero ; foss’ egli poi Cresimiro o Salomone. Le quali istigazioni di Cresimiro tendevano, per quanto mi sembra, a togliere i dalmati non già dall’ impero greco, ma precisamente dai veneziani, a cui sembra, clic si fossero di bel nuovo (i) De regn. Dalia., lib, 11, cap. IX. - (2) Monacis, lib. VI, Sabell, lib. 11.