anno 932. 229 » di consecrarsi dillo a Dio lo determinò a questo ritiro, ma un • tale desiderio è una pura illusione in un uomo che governa, » eh’ è sicuro delle sue intenzioni c che non trova ostacoli nel far » del bene. Quando la pietà allontana dalla fatica, è poltroneria ; » e quando non sa tollerare le difficoltà e i disgusti, è pusillanimità. » Allontanatosi adunque dal trono ducale il Partecipa/io, perchè meglio nel suo successore trovasse appoggio la patria, fu eletto doge dalla generale assemblea veneziana Pietro Candiano, figliuolo del doge di siinil nome, eh’ era stato ucciso, quarantacinque anni addietro, nella guerra conira gli slavi della Dalmazia (1) : non nella battaglia di Grado, coinè narrò erroneamente il Laugier (2). Vi fu eletto in tempi felicissimi. Perché, sebbene tutto il resto del-1’ Italia fosse lacerata da sanguinose fazioni, i veneziani godevano pace, e all’ombra di questa s’erano ristabiliti nelle prime loro forze e nell’ universale concetto di opulenza c di valore. CAPO XXX. Alleanza cogl’ istriani. Al clic ponendo mente gl’ istriani, e particolarmente quelli di Giustinopoli, ossia di Capo d’Istria, deliberarono di unirsi in alleanza coi veneziani ; persuasi, clic indarno avrebbero sperato, senza 1’ assistenza di questi, di far cessare le frequenti molestie, che ricevevano dagli slavi e dagli unghcri. Il codice diplomatico Trevisaneo ci conservò i patti stabiliti in questa occasione e che ne furono conseguenza : e da questi documenti ci viene assicurata la storia della loro alleanza. Eglino infatti inviarono a Rialto una solenne ambasciata composta di Adalberto Lucopoito, di Giovanni Scabino c di Faragario, avvocato del popolo di Capo d’Istria, oltre a moltissime altre persone, che ne formavano il seguito. Nell’ atto, sottoscritto (i) Ved. nella pag. aio. (a) J,ib. 111.