anno 932. 237 saviamente, il Filiasi (1): « Dannosi in tutti i popoli certi avveni-» menti, che fanno in essi una profonda impressione, ancorché in • fondo di non grande importanza per sé medesimi, e la cui me-» moria, in conseguenza, difficilmente viene cancellata dal tempo. . Il i •atto delle Sabine tra il popolo romano era più conosciuto » che la presa di Numanzia falla da Scipione. Così il popolo vene-» ziano conosce ancora il ratto delle spose olivolesi, mentre appe-» na sa che Enrico Dandolo abbia preso Costantinopoli. » Era pia usanza, introdotta da rimoto tempo tra i cittadini di Rialto, che ogni anno si dotassero a spese del comune dodici povere fanciulle; le quali, nella festa della traslazione di san Marco, a’ 31 di gennaro, ornale con molte gioje e portando ciascuna la dote assegnatale, erano condotte alla cattedrale di Olivolo, ove il vescovo, dopo la solenne messa pontificale, sposavaie ai preparati mariti. E qui, sino da principio, noterò doppio sbaglio del Laugier e del Daru, i quali dissero celebrarsi cotcsta ceremonia la vigilia della festa della Purificazione, che sarebbe il giorno primo di l'eb-brajo; e celebrar visi i matrimonj dei più ragguardevoli cittadini; mentre le carte antiche c i documenti e le cronache attestano, che il giorno della sua ceremonia era il 31 di gennaro, e che le spose erano dodici sole e delle più povere della città. Non era ignota ai triestini la ceremonia, nè le circostanze, che accompagnavanla : e la sicurezza di farvi ricco bollino, spinse la loro audacia sino a tentarne l’azzardosa riuscita nella capitale medesima della veneziana repubblica. Approfittando perciò del favor della notte, si accostarono eolie loro barche leggiere all’ isola di Olivolo, c, fermatisi dietro alle ortaglie e ai folli oliveti, clic ingombravano lungo tratto di terreno, tra la chiesa cattedrale e la laguna, (i) Tom. VI, cap. V, pag. 63 : il quale n neziani dalla parie del mare. La quale per altro ne anticipò il racconto ai tempi del ragione non mi sembra poi abbastanza gra- doge Pietro Tradonico u non per altro se ve, per anticipare di quasi un secolo il v> non perchè in tal tempo vedemmo essere fatto, contro la testimonianza del maggior » stati in abbattimento e in pericolo i ve- numero delle cronache e delle storie.