anno 998. 311 all’ inesattezza delle cronache del secolo del XIV e del XV, le quali furono le prime a scriverla, non saprei dire su qual fondamento ; e nel dirlo mostrarono di avere o ignorato o non inteso le parole dal più antico dei nostri cronisti, il Sagomino, il quale allora appunto viveva e de’ suoi giorni scriveva. Non lacerò per altro, a giustificazione di quelli, che si appoggiarono alle cronache suindicate, che la Sagornina, conosciuta bensì dal Dandolo, il quale scrisse la sua in sulla metà del secolo XIV, rimase perduta sino alla metà dello scorso secolo XV11I ; sicché tutti gli storici che precedettero Flaminio Cornaro, ai giorni del quale la si trovò, copiarono gli uni dagli altri le medesime inesattezze, ed egli fu il primo ad avvedersi di un tale errore (1). La cronaca adunque del Sagomino ci racconta con tutta chiarezza l’istituzione della festa della Sensa e lo sposalizio del mare, introdotto a’ suoi giorni : e dopo di essa ce ne assicura una sentenza del sunnominato papa Alessandro 111, pronunziata per decidere una lite, eh’ era insorta Ira il vescovo di Olivolo e 1’ abate di san JVicolò del Lido, circa il ceremoniale di ciascheduno di essi nel complimentare il doge il giorno dell’Ascensione. Imperciocché, tra le altre cose, il vescovo di Olivolo doveva aspettare il doge al-l’isola di sant’Elena, e i monaci che là dimoravano erano obbligati a dare al prelato la collazione, consistente in castagne monde e vino rosso e nulla più. E quando arrivava colà il bucintoro col doge, il vescovo gli mandava a bordo un cherico per complimentarlo in suo nome e per presentargli su di una coppa d’ argento diverse rose damaschine : e il doge ne prendeva una per sé e distribuiva le altre ai suoi giudici e consiglieri. Ed oltre a questo, il vescovo aveva 1’ obbligo altresì di dare ai remiganti di quelle barche una collazione di pane, vino, fave fresche e castagne mondate. Lo che minutamente é indicalo nel rituale, aggiungendovi l’indicazione secondo /’ antica consuetudine (2). (i) Ved. il Fitiasi, tom. VI, cap. XXI, (a) Flam. Corn., luog. cit. pag. ajo.