322 MB. Ili, CAP. V. recare a lena i copiosi viveri, che aveva portato seco, e di cui la città aveva sommo bisogno : tenne quindi consiglio di guerra, per fissare le operazioni militari da intraprendersi ; e fu stabilito, che i greci incominciassero a molestare i nemici con frequenti sortite, finché le truppe di lui avessero preso un qualche riposo dalla stanchezza del viaggio, il quale, se vogliasi por mente alla sua lunghezza, non dev’ essere stato si prospero. In seguito, or egli coi suoi, ed ora i greci per terra, attaccavano, quando in un punto c quando in un altro, le numerosissime soldatesche mussulmane : e così continuarono per quaranta giorni, con grave danno di queste, con lievissimo dei veneziani e dei greci. Ma finalmente si venne alla deliberazione di dare un assalto generale a tutti i punti del-1’ armata nemica : Pietro Orseolo ne assunse il comando supremo e prese a regolare tutte le mosse di quest’ impresa. Il giorno 16 di ottobre fece inalberare sul naviglio ammiraglio il vessillo di san Marco: divise in due corpi tutte le sue truppe; uno per combattere sulle navi, 1’ altro per assistere alle truppe di presidio, ch’era-no nei sobborghi della città : quindi comandò 1’ assalto per terra, mentr’ egli lo dava per mare. Fu accanita e prolungata la resistenza, che opposero i saraceni in ogni punto. Imperciocché per terra ne formavano il corpo avanzato truppe di negri, quasi nudi, muniti di archi e turcassi : questi, dopo avere scoccato per alquanto di tempo le loro freccie, si ritiravano ai fianchi dell’ armata, come per darsi riposo. Sottentrava allora la fanteria, i cui soldati erano difesi con petto di ferro, muniti di scudo e di spada ; li proteggeva ai lati la cavalleria, armata di sciabola e di lancia. Tre giorni continui durò il combattimento : fu questo sanguinosissimo ; perché, dopo di avere i greci e i veneziani scagliato contro i nemici e frombole e frcccie infuocate, ed averli tormentati spietatamente, il conflitto si ridusse ancor più feroce, battendosi corpo a corpo, colle sciabole e colle spade. E mentre così combattevasi in terra, i veneziani investivano, con quel coraggio e con quell’arle, eh’ era tutta loro particolare, le navi dei