anno 826. 145 che fu intruso sulla sede patriarcale di Grado ; a chiederne la traslocazione ad altro luogo più spazioso e più agiato. Checché per altro ne sia quanto all’ anno della fondazione, certo è, eh’ esso fu il primo e più antico monastero di queste lagune rivoaltesi ; situato nell’ isola intitolata al medesimo santo martire triestino, la quale noi nel dialetto nostro nominiamo san Servolo. Dissi delle lagune rivoaltesi, perchè prima di questo conosccvasi nelle lagune di Chiog-gia il celebre monastero di Brondolo,’ intitolato alla santissima Trinità, il quale fu distrutto nella guerra di Pipino, e fu rifabbricato per beneficenza e generosità di questo medesimo doge Agnello. E inutile, che io dica, il monastero di san Servilio essere stato abitato da benedettini : la loro regola non aveva per anco avuto nessuna riforma nè modificazione, e perciò 1’ occidente non conosceva allora altri monaci che i benedettini. Nell’anno adunque 819, coni’ io diceva testé, l’abate Giovanni ottenne in dono il terreno di sant’llario, presso a Fusina, sul margine del continente, ov’era una cappella intitolata a questo santo. Ivi piantò un nuovo chiostro, che assunse il titolo de’ santi Benedetto ed Ilario, ed ivi trasferì la sua famiglia claustrale, che doveva essere numerosissima, perchè il decreto di questa traslazione la nominò caterva (1). Lasciò per altro anche a san Servilio alcuni monaci ; tanti che potessero bastare all’ uffiziatura diurna e notturna : lo si rileva dal decreto stesso. La preminenza su questo passò, col passarvi del superiore, al nuovo monastero de’ santi Benedetto ed Ilario. Rimasero monaci in san Servilio sino ai primi anni del secolo duodecimo ; nel qual tempo 1 abate di sant’ Ilario ne cedè l’isola e il chiostro alle monache dello stesso istituto benedettino, eli’ erano prima a san Basso di Malamocco. Queste vi stettero sino all’ anno 1615, quando le rovine che minacciavano quei fabbricati le costrinsero a ricoverarsi in (i) Curn caterva sui coenobii, etc. N’è portalo il documento dal Dandolo, nella sua cronaca, presso il Muratori ( Script. Ber. Ttal.. tom. XII ), ma mutilato : lo pubblicò VOL. I. anche il Cornalo nella sua VII Deca delle chiese di Venezia, e Io trasse diligentemente dall' archivio patriarcale. 19