386 LIBRO III, CAPO XXIII. storici, incntr’ egli invece ignora sì gli scritti di questi ; perché se non gli avesse ignorati, avrebbe trovato in più di uno di loro menzionato non solo il dono dei possedimenti in Costantinopoli, ma tutti anche gli altri privilegi concessi ai nostri antichi dalla munificenza e dalla gratitudine di quel monarca ; e sì 1’ esistenza del nostro codice Trevisano ; e sì la storia persino di Anna Comnena, intitolata 1 ’ Alessiade, storia divulgata e conosciuta da tutti. Ma lasciando -il Laugier, ritorniamo a noi. L’ epoca di questa vittoria, che portò ai veneziani tanti vantaggi e privilegi, deve dirsi più precisamente 1’ epoca della decisa ed assoluta superiorità da loro acquistata sul mare. Al che si accorda anche il pensamento della storico dellaiJalmazia (1), il quale é d’avviso, che l’ubbidienza vera dei dalmati ai veneziani incominciasse sotto il dogato di Vitale Falier. Sulla qual epoca ragionando il Filiasi (2), così ne parla : « Ella fu causa in somma, che la nazione prendesse un altro tuono » e si facesse ricca e polente e insieme anche guasta e corrotta. » Forse fu pur ragione che l’autorità del doge maggiormente si » debilitasse, e 1’ Aristocrazia diventasse sempre più perfetta e » poderosa. » CAPO XXill. Istituzione del magistrato del Proprio. E appunto come indebolimento dell’ autorità ducale, deve qui ricordarsi l’istituzione del magistrato detto del Proprio, eh’ ebbe principio circa 1’ anno 1094. Nei primi sedoli della repubblica, la potestà civile e criminale era unita nel doge, il quale all’ uopo va-levasi de’ messi e gastaldi eletti da lui. Ma nel detto anno si pensò di staccare dal suo trono questo ramo di sovranità, per quanto riguardava la sola città dominante : e fu affidato a tre nobili, i quali (i) Lucio, de Ilegn. Daini. (2) Tomo VI, pag. 385,