167 tenore, e il bel coro: Notti funerea percorre il cielo, obbligato cosi peritamente al violoncello, e l’insieme delle due donne nell’ undecima scena dell’atto secondo: Al del che per noi chiude si, e il largo del finale sopraccennato. Ma dove il maestro fu ispirato da maggiore entusiasmo e la sua fantasia è in tutto originale, egli è un bellissimo coro dell’ atto secondo, diviso in più tempi, in cui pari è la bellezza del pensiero alla virtù del lavoro delle varie parti. L’abbiamo sentito troppo poclie volte perché ne possiamo divisare a parte a parte le varie bellezze, ma ben queste furono sentite dal pubblico, che ne chiamò a più riprese fuori il maestro ogni sera, come a molti altri de’ luoghi accennati. Bellissimo pure e ingegnoso è il motivo e 1’ accompagnamento del rondò finale, ma la parte del canto si potè piuttosto indovinar che sentire: la prima donna segnava soltanto, poiché anche questo ebbe il maestro contro di sé, che il suo spartito non ebbe dalla esecuzione il più opportuno risalto ! Se non che, non è da darsene tutto l’aggravio alla Francesckini, Iginia; la parte non fu in origine per lei scritta, e bene quindi essa non si acconciava alla qualità della sua voce. Questa