anno 97G. 209 «la cui aveva avuto un figliuolo, clic portava lo slesso nome di lui : da varii anni serbava con la moglie, di unanime accordo, la continenza. Prima sua cura, appena innalzato alla ducale dignità, fu il rifabbricare la chiesa di san Marco e il palazzo ducale : e I’ uno e l’altra sono i medesimi, che sino al giorno d’oggi sussistono, alla cui erezione egli profuse tutti i tesori della sua famiglia, non volendo che lo stato ne avesse a portare il più lieve peso. Ma a tanta impresa egli da per sè solo non bastò, sì perchè il grandioso progetto superava le forze piucchè principesche, c sì perché non durò egli sul trono ducale clic due anni soltanto. Al quale proposito mi piace ricordare un’ antica tradizione, portata dallo Stringa, dal Corner c da altri non antichi scrittori, circa la rifabbrica di questo maestoso edilizio: la ricorderò colle parole stesse del Corner (1). « E tradizione, dic’cgli, riferita da alcuni dc’rc-» centi scrittori, che dopo il funesto incendio... fosse decretalo » dal Dominio, che ad onore del loro protettore san Marco fabbri-» car si dovesse un tempio il più bello, clic fosse al mondo. Ne » assunse l’impegno un certo architetto storpio di tutte c due le » gambe, e promise di far un’ opera di tutta perfezione e magnifi-» cenza, della quale non si potesse trovarla più augusta; a condi-» zione però, che nel luogo più cospicuo della basilica gli fosse in-» nalzato un simolacro di marmo. Promise a nome pubblico il doge ; » ina mentre andava osservando la fabbrica, pressoché a compi-» mento ridotta, espresse l'incauto architetto, clic sarebb’clla sta-» la anche più magnifica, se intervenute non fossero alcune cose a » lui troppo moleste. E bene, soggiunse il doge, e noi pure reste-» remo liberi dal patto della promessa, clic v’abbiamo fatto. In » memoria di ciò, dicesi, essere stalo ordinato, clic in uno degli » archi di marmo, che attorniano la cima della porla maggiore, » fosse espresso 1’ architetto, appoggiato colle sue ascelle sopra due (i) Flam. Coni. Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, ecc. Padova, 1758, pag. 189 e seg.