anso 1101—1104. 449 a perdere tanti privilegii e franchigie, di cui avcvanli favoriti largamente quei principi. E sotto questo aspetto, ognun vede quanto fossero male informati delle cose veneziane, c quanto addietro si trovassero nelle politiche cognizioni dei tempi que* due francesi scrittori. Malgrado tutti questi danni, che al veneziano commercio apportavano le crociate, e malgrado 1’ opposizione, che molli vi facevano, sull’ aderire alle inchieste del re llaldovino 1 ; tuttavolta il doge e la repubblica determinaronsi ad acconsentirvi e ad aiutar quell’ impresa con buon numero di navi da guerra, che facessero vela alla volta di quelle spiaggie. Ciò intorno 1’ anno U04. CAPO V. L’ Arsenale. Fu in questo tempo, che incominciò a sorgere dal suolo il celebratissimo Arsenale, il quale, ingrandito poscia e dilatato e arricchito, formò e forma il soggetto della maraviglia dello straniero, egualmente che dell’ indigeno. Sino all’ età, di cui parlo, la marina numerosissima e potentissima dei veneziani aveva avuto in più luoghi della città i suoi cantieri, ove s’ erano costrutte per sei secoli e più le tante navi, che servivano non solo all’ ampio esercizio del traffico, ma anche alle ripetute guerre, che il progresso della storia mi condusse a narrare. Di questi antichi cantieri, che noi nel nostro dialetto diciamo squari o squeri, si conservarono traccie per lungo tempo, e qualcheduna ce ne conservò collo scritto il diligente e dotto nostro ingegnere navale Giovanni Casoni. 11 quale, toccando questo argomento, osserva, che sebbene le cronache antiche parlino di arsenali sino dal settimo secolo, non sembra tuttavia, che quelli fossero locali o recinti corrispondenti all’idea di grandezza e d’importanza, che suolsi unire comunemente a siffatto nome. « Erano piuttosto,