I»88 LIBRO IV, CAPO XXIV. però adoperale a verun uso, perchè la scarsezza di cognizioni meccaniche non aveva suggerito il modo di rizzarle in piedi. Il doge Sebastiano Ziani pubblicò un annunzio, per cui prometlevasi qualunque premio, a chi fosse stato capace di levarle e collocarle nel luogo appunto, in cui sono. Un lombardo, che nominavasi Nicola Barattieri, uomo famosissimo per lo suo ingegno, si accinse all’impresa e vi riuscì felicemente. Fatto perciò meritevole del promesso premio, e libero nella scelta di quello, appassionatissimo pei giuochi d’azzardo, che severamente allora, come scuola di bricconeria, erano in Venezia proibiti, non altro domandò, se non che nello spazio framezzo alle due colonne fosse lecito a chicchessia 1’ applicar-visi impunemente (1). E la sua dimanda fu esaudita; e dal nome di lui venne il vocabolo di barmdori a que’ che gabbano nel giuo-care, e da ciò anche il detto di mandare tra le colonne chi giuoca in siffatta guisa, ossia il giuocalor di vantaggio. Per porre un freno ai disordini, che ne derivavano, fu abolito un tal privilegio nel secolo XVI, sotto il doge Andrea Grilli. Appartiene ai tempi del doge Sebastiano Ziani anche la costruzione di un ponte di barche sul canal grande, dov’ è appunto oggidi quello grandioso e sorprendente, che nominiamo ponte di Rialto. La città essendo divisa in due parti dal gran canale, aveva bisogno di stare in comunicazione continua ; nè questa avevasi per lo addietro sino al lempo, di cui parlo, se non per mezzo di alcune barche, le quali appellavansi scole. È d’opinione il dotto Casoni (2), che questo nome di seole « fosse corruzione di suole, perchè la for-» ma loro era in qualche modo somigliante alla suola del piede u-» mano : gonlie cioè all’avanli, più ristrette e rotonde all’altra estre- ■ milà. » Servivano esse unicamente per la navigazione interna della città; massime per lo passaggio dall’una all’altra sponda del canai grande. È probabile, ohe ve ne fossero parecchie, appostale (ì) Sansov., luog. rit. (2) Venezia e le sue lagune, |»art. II rlfl voi. I, pag. an4-