336 libro ni, capo x. cittadini, e qui conchiuse un trattato, per cui obbligavasi, a nome suo, del suo clero e del suo popolo, a non intraprendere mai più in avvenire qualsisia ostilità contro il castello di Loreo, non per sorpresa e non per violenza ; a non offender mai col minimo torto gli abitatori di quel territorio, ne mai permettere che gli offendano le persone dipendenti da lui ; a non pretendere giammai soddisfazione dei danni sofferti per questa guerra, nè portarne lagnanza presso qualsiasi principe ; a pagare cinquanta libbre d’oro in caso di violazione di siffatte promesse, restando tuttavia intatti gli obblighi, a cui spontaneamente sottoponevasi. Questo documento si trova nel codice diplomatico Trevisaneo (1), ed offre le note cronologiche dell’ anno V del pontificato di papa Benedetto Vili, nel III anno dell’ imperatore Enrico II, addì 7 giugno dell’ indizione XIV : le quali corrispondono all’anno 1016. Parve gran cosa al Laugier e al Darù di potersi far largo col citare questo patto : esso per altro è il primo, che abbiano eglino conosciuto, di quanti sino a quell’ epoca esistono nel codice Trevisano; nè per altra cagione lo conobbero, se non perchè fu portato dal Muratori, in una delle sue dissertazioni sulle Antichità Italiane del medio evo (2). Eppure, con sì magra provvista di monumenti storici, scrissero una Storia della Repubblica di Venezia. E la loro storia trovò non di meno encomiatori. Certamente perchè merce straniera. CAPO X. Guerra a Zara contro gli slavi. Vittorioso Ottone sopra l’umiliato vescovo di Adria, dovette ben presto rivolgere le sue armi a ricuperare la città di Zara, la quale dagli slavi-croati era stata tolta alla repubblica. Un capo di quei feroci montanari, nominato Cresimiro o Crusimiro (3) ; il (l) Alla pag. 96. (a) Disiert. V. (B) Cron. del Dand. e Monaci*