anno 960. 261 che disputavansi il potere sopra questa o sopra quella provincia dell’ Italia. Del quale vantaggio considerevole andò debitrice Venezia alla sagacità ed al senuo del suo doge Candiano IV. CAPO XL1. Scandaloso contegno del doge Pietro. Ma le sordide mene dell' infame politica tedesca incominciavano ormai ad insinuarsi negli affari dell'Italia; ed Ottone il sassone, che voleva strappare a Berengario l’italiana corona, tentò una via per farsi amici i veneziani, ed averli favorevoli nell’ impresa, e poi se gli fosse riuscito il colpo, tradire essi pure, e diventare il loro padrone. Tentò ; ma il suo tentativo non gli fece guadagnare, che il primo ingresso nella progettata carriera ; non gli potè giovare al progresso. Egli con finissima astuzia, senza far vista di avervi parte, maneggiò un matrimonio tra il doge Pietro Candiano IV eWaldrada sorella di Ugo, potentissimo marchese della Toscana, discendente di quell’ Ugo, eli’ eragià stato re di Provenza e d’Italia e che da Berengario era stato spodestato. All’ insidioso tedesco importava dunque moltissimo di porre i veneziani in alleanza coi nemici di Berengario, perché all’ uopo gli fossero poi stati favorevoli contro di lui. Ma il doge Pietro aveva moglie e aveva un figliuolo. Ciò poco monta : la politica tedesca sa trarre in campo la ragione di stato per far ¡sciogliere anche ciò che di sua natnra è indissolubile. Il ripudio di una moglie legittima, la prostituzione di una donzella ad invalido maritaggio, sono per la corte tedesca, quasi direi, regole fisse, che si osservano e si consigliano ogni qual volta 1’ occasione se ne rinnovi. Pietro Candiano IV , abbagliato adunque dalla speciosa grandezza, a cui Io portava questo riprovevol connubio, ripudiò la moglie sua Giovannicia, la costrinse a farsi monaca in santo Zaccaria; obbligò il figlio Vitale ad entrare nel clero ; e dopo