anno 1123. 457 Qui poi seguono le sottoscrizioni del patriarca Garimondo, di Ebramaro arcivescovo di Cesarea, dei vescovi Bernardo di Nazaret, Asquilino di Belelemme, Ruggiero di Lidda, dì Gidoino abaie di sant Anna nella valle di Giosafat, di Gherardo priore del santo Sepolcro, di Arnaldo priore del Tempio, e di Guglielmo de Buri grande scudiere del re. La dala di Accon, ossia Acri, offre le note cronologiche dell’ anno dell Incarnazione del Signore 1 123, nella indizione II. CAPO XIV. Assedio c presa di Tiiv. Dopo di avere così pasteggialo la divisione della città, che dovevasi conquistare, si die’ mano ai preparativi per incominciarne lo assedio. Ali’aprirsi della primavera del 1123, l’esercito parli da Gerusalemme, e la flotta veneziana salpò dal porto di Tolemaide e si diresse alla volta di Tiro. Tiro, a que’ giorni, non era più la eillà per tal guisa opulenla, che i suoi mercatanti si potessero riputare, come dice Isaia profeta, altrettanti principi. Tuttavolta la si teneva per la più popolala e la più commerciante tra tulle le allre della Siria. Essa sorgeva su di una costa deliziosa, protetta a settentrione dalle montagne, che vi arrestavano il freddo soffio dei venti : aveva due grandi mo- li, che sporgevano in mare, chiudendo così come tra due braccia il suo porto, che diveniva perciò impenetrabile alle tempeste. La rendevano forte e ben munita e inespugnabile contro qualunque assalto nemico, inaccessibili roccìe e il mare procelloso da un lato, triplice giro di mura, interrotte da torri altissime, dall’ altro. Il doge Domenico Micheli entrò colla sua flotta nel porlo e vi chiuse ogni comunicazione dalla parte del mare : il patriarca di Gerusalemme, il reggente del regno e Ponzio conle di Tripoli, comandavano 1’ armala di lerra. Nei primi giorni dell’ assedio, i vol. i. 58