Ainro 86!t—^67. 19f> ed assalì, comballè e vinse il più arrabbiato nemico dei veneziani, che nomina vasi Domogoi, ed era principe di una delle più forti loro zupanie o tribù. Costui era padrone di Narenta; e, se volle conservarne la padronanza, dovette restituire ai nostri il bollino e i prigionieri, che aveva tolto nelle precedenti battaglie, e sottomettersi a condizioni umilianti, e dare ostaggi per lo mantenimento di quelle. Reduce appena da questa vittoria, Orso dovette prepararsi ad una seconda, per cui ristabilire la gloria del nome veneziano, pochi anni avanti oscurata nell’ infausta riuscita degli scontri sostenuti coi saraceni. L imperatore llasilio, detto comunemente il Macedone (1), era divenuto padrone del trono di Costantinopoli nell’ anno 867, succeduto a Michele, di cui era stato assassino. Il timore di perdere quel poco altresì, che 1’ impero greco possedeva tuttavia nella Calabria e nella Puglia, lo indusse a chiedere assistenza, per la parte di terra all’ imperatore Lodovico 11, e per la parte di mare alla repubblica di Venezia. Per chiedere siffatta assistenza ai veneziani, Basilio mandò a Rialto appositamente un suo apocrisario, il quale portasse ad Orso il titolo e le insegne di prolospatario imperiale ; ed Orso contraccambiò il ricevuto onore coll’ inviargli a Costantinopoli dodici grandi campane, perchè di esse ornasse una chiesa nuova, eli’ egli aveva colà fabbricato. E furono queste le prime campane, eh’ ebbero i greci, 1’ uso delle quali non era loro per anco conosciuto. Bensì una osservazione ci viene opportuna da fare a proposito di queste campane : l’esistenza cioè dell’arte del fondere i bronzi, per la quale i nostri facevano grande commercio con tulle le nazioni : con quelle stesse, che un tempo n’ erano state maestre e che allora aveanla perduta (2). Ed era usata quest’ arte dai (i) Secondo le storie armene, Basilio quale invece lo disse uomo di bassa nave* di nazione armeno, discendente dalla scita. schiatta dei re arsacidi, che avevano regna- (a) Si consulti su tale argomento il to in Armenia fin dopo la metà del secolo Filiasi nel suo Saggio sul commercio, quinto. Ciò mostra falsa l’asserzione del sulle arti e sulla marina, ecc. Muratori (Anna/, d'Jtal.. a/i/i. 867 ), il