278 LIBRO 11, CAPO XLVI. sue, aveva i veneziani in esecrazione e in obbrobrio (1); ed a disporlo a migliori sentimenti verso Venezia. Vitale patriarca trovò l’imperatore a Queidlimburg in Sassonia, gli parlò parole di riconciliazione, gli offri i ricchi doni che la repubblica gli mandava, lo indusse a rinnovare gli antichi contratti di alleanza c di pace coi veneziani. Racconta il Denina, storico delle Rivoluzioni d Italia, clic il doge Vitale Candiano sia andato personalmente alla corte dell’ imperatore (2): ma non è vero. Quel dotto scrittore equivocò probabilmente dal doge al patriarca, perchè ambidue avevano nome Vitale ed erano entrambi della famiglia dei Candiani. E inoltre lo stalo infelice di salute del doge, il quale per la sua gracilità e infermità fu tratto assai presto al sepolcro, non gli permetteva certo d’intraprendere un viaggio sì faticoso e sì lungo. E del Laugier che dirò ? A voler prestar fede alle sue parole parrebbe, che la malattia del doge incominciasse dopo sedici mesi di dogalo, c non sino dal suo principio, come ci assicurano il Dando- lo e gli altri storici veneziani ; clic da quella guarisse e perciò si facesse monaco, c clic la sua morte non avvenisse cosi tosto, come ci raccontano tutte le nostre storie. Per conoscer meglio 1’ infedeltà dello scrittore francese, si leggano le sue parole : « Dopo sedici mesi » cadde pericolosamente maialo : fece voto, ricuperando la salute, » di farsi monaco ; e adempì la sua promessa dopo la sua guari-» gione, ritirandosi nel monastero di sant’Ilario, dove santamente » morì. » In egual modo è narralo il fatto anche dal Daru : ma non è da maravigliarsene, perchè costantemente egli è copista del Laugier. (i) Cron. Sagorn. Execrabìler exo- (2) Rivol. d'ital. toni. II. sosque habebat.