\nno 827. 163 feste e canti e musiche e preci in ogni angolo della città. Tutto il popolo, preceduto dal clero e dal vescovo olivolesc, andò ad incontrarlo, e il doge Giustiniano con tutta la pompa della sua dignità mosse a ricevere nel suo palazzo il santissimo ospite, ed assegnogli intanto a dimora la cappella ducale, finché maestosa basilica gli si erigesse. Decretò infatti, che dove allora sorgeva il tempio di san Teodoro, uno se ne piantasse magnifico e sorprendente, intitolato a san Marco. Ed egli medesimo, ancor vivente, potè vederlo incominciato ; ma, sorpreso dalla morte, non ebbe la consolazione di condurlo al suo termine, e si contentò di destinarvi nel suo testamento una somma considerevole di denaro, perché il doge suo successore si interessasse di proseguirlo e di compierlo. Questo avvenimento è, in verità, più considerevole di quello che in sulle prime non apparisca. La traslazione delle sacre spoglie di san Marco in Venezia, avvalorata dall’ antichissima tradizione, che poco dianzi ho ricordato, della venuta del santo evangelista a queste lagune, testificò ai veneziani una solenne protezione del cielo verso la loro repubblica e verso la città particolarmente, che n’ era il centro. San Marco allora fu proclamato da tutte le voci protettore e patrono di questa e di quella ; e sì, che il popolo nella sua fiducia e nel suo entusiasmo per lui, si avvezzò a confondere coll’ idea della patria stessa l’idea del suo protettore ; e il grido popolare di Viva san Marco, diventò il grido di guerra, egualmente che l’espressione di un sentimento cittadinesco, che fu sempre il segnale di riunione nei pericoli, e che nei giorni dell’ afflizione trasse sul ciglio di ogni buon patriota lagrime di tenerezza e di affezione sincera. « Si disputa, scrive il diligente amatore delle patrie cose Fran-» cesco Zanotto (1), se quando furono gittate le fondamenta della » nuova chiesa, il tempio di san Teodoro andasse o no distrutto, o » totalmente od in parte. Secondo alcuni, non patì danno veruno, (i) Nella Venezia e le sue lagune, part. II del voi. II, pag. 16 e seg.