232 LIBRO II, CAPO XXX. implorare umiliato la riconciliazione colla sagace repubblica. Spedì perciò ambasciatoli a Marino patriarca di Grado, pregandolo per lo amore dell' onnipotente Iddio a volersi intromettere presso l’eminentissimo doge Pietro, acciocché restituisca all’ Istria la pace (I). Vi s’ interpose il patriarca, e si venne ad un solenne accomodamento, i cui patti si trovano espressi nel documento, che nel codice Trevisano vien dietro al surriferito degl’ istriani. Nel (piale documento, Wintkero fa istanze e preghiere, perchè i veneziani rientrino nelle antiche commerciali relazioni col territorio dell’ I-stria ; confessa di avere commesso un gran fallo, ed aggiunge, — « eh’ egli, egualmente che il vescovo di Pola, i prelati e tutta la nazione istriana, colla mente umiliata si protestavano pentiti e dolenti, e promettevano di non commettere mai più siffatti delitti, e di restituire lutti i beni e ogni altra cosa usurpata o rubata. Invoca sopra di sè 1’ ira divina, qualora non avesse mantenuto le sue promesse, e giura, che, quand’ anche lo stesso Ugo gli comandasse di molestare i veneziani, non lo avrebbe ubbidito. Anzi promette, che se mai gli avvenisse di averne il più lieve sentore, avrebbe fatto sì che le persone e le robe dei veneziani si ponessero in salvo. » — Wintkero venne in persona a Rialto, con due vescovi e con moltissimo seguilo de’più ragguardevoli personaggi istriani, a chiedere supplichevole il perdono al doge ed a stabilire con esso i patti suespressi. Il documento, clic ne ha relazione, porta la data de’ 12 marzo dell’anno VII del re Ugo e del 11 di Lotario suo figlio; la quale combinazione di anni corrisponde al nostro 952. Ed è veramente cosa ammirabile, che il doge Pietro Candiano II, abbia saputo cosi presto ridurre al termine questo affare, più felicemente coll isolarsi dal continente non amico, di quello che coll’ imbrandire le armi ; cosicché nei primissimi mesi del suo principato ed accettò la spontanea offerta dell’ Istria e si vendicò delle molestie dell ingelosito marchese c ne trionfi) con tanto vantaggio della • (O'Docuih. nel coti. Tre vis., pag. 5o.