216 unno 11, capo wvii. bastando coi proprii eserciti a distruggersi scambievolmente, ed a ridurre a desolazione e a soqquadro la misera Italia, avevano invocato alla coopcrazione di tanti mali il soccorso straniero ; e per colpa di loro erano entrati in iscena i ferocissimi unni, i quali, quattro e più secoli addietro, vi avevano sparso da per tutto le stragi, le desolazioni, le più sacrileghe crudeltà. Arnolfo per primo gli aveva invitati a sedare le rivolte dei moravi e dei boemi (1) ; e in seguilo, penetrati anche nel Friuli, c dilatati sino a Treviso, minacciavano le spiaggie delle lagune, c le lagune stesse, di farle bersaglio della loro feroce rapacità. L’ Italia era allora il teatro della guerra di Guido e di Berengario ; era debole e senza difesa. I veneziani, ponendo mente a luttociò, c temendo per la propria indipendenza, pensarono a mettersi sulla difesa ed a fortificarsi, particolarmente nelle loro isole realline. La popolazione della città era cresciuta, e di giorno in giorno cresceva sempre più per la continua affluenza dei profughi, che vi accorrevano a porsi in salvo dalle tiranniche violenze di quei barbari ferocissimi. Al quale proposito meritano particolare attenzione le parole della cronaca Sagornina, ove, narrando di questa età, ci fa sapere, che il doge Pietro Tribuno aveva incominciato a fabbricare una città in Rialto. Era ormai poco meno di un secolo dacché la Rialto era stata fissata a risidenza del doge, e perciò a città capitale dei veneziani : la città dunque esisteva, ned eravi d’ uopo, che il doge Pietro incominciasse a fabbricarla. Perciò le parole del nostro cronista non altro possono indicarci, se non che per 1’ accrescimento soverchio della rifugiata popolazione fec’ egli moltiplicare le abitazioni delle isole realtinc ; e sì, che avvicinandosi queste ed occupando il luogo delle vaste ortaglie di prima, formarono come un solo corpo di città, meglio che non lo avessero formato sino allora : c tutte perciò ai proprii nomi particolari ebbero sostituito l’unico di Rialto, che sino a quel tempo Io era stato di una soltanto. (i) Liutpr., Histlib. I, cap. VII.