libro iv, capo xvl. CAPO XVI. li doge Pietro Polani : alleanza coi fattesi : guerra coi pisani. I figliuoli del defunto doge Domenico Micheli erano troppo teneri di età per poter chiamare sopra di sé gli sguardi dell’ assemblea generale, clic doveva eleggere il successore : tuttavolta la benevolenza, che dal popolo s’ era guadagnala il Micheli, servi di raccomandazione alla famiglia di lui. Perciò la scelta cadde sopra il suo genero Pietro Polani, giovine bensì, ma di tali qualità da far concepire le più buone speranze. La sua elezione fu nell’anno 1130. Era in questo tempo, che molte città dell’ Italia, mal sopportando, che principi alemanni fossero divenuti padroni del regno italico, ne avevano scosso il giogo ed cransi erette in particolari repubbliche. Ma non erano perciò cessate le municipali discordie Ira città e cillà confinante, spesso anzi avveniva, che 1’ una coll’ altra entrava a decidere, per mezzo delle armi, le insorte differenze. Tra queste, circa 1’anno 11 ¿10, Fano, città marittima della Marca di Ancona, era molestata dai vicini pesaresi c dai riminesi. Conoscevano que’ cittadini l’ineguaglianza delle loro forze contro le altre due collegate città ; perciò ricorsero ad una più valida protezione. Implorarono 1’ aiuto della repubblica e 1’ ottennero. Il doge Polani restituì loro la pace e la sicurezza ; e in ricompensa ottenne un trattato, per cui si obbligavano i fanesi ad essere alleati e fedeli ai veneziani, ed a pagare alla repubblica annualmente il tributo di una somma in denaro e di mille libbre di olio alla chiesa ducale di san Marco. Così lo storico Andrea Dandolo. Altri storici aggiungono un altro patto : che, nascendo ai veneziani occasione di guerra sull’ Adriatico in tutta 1’ estensione da Ragusi a Ravenna, dovessero i fanesi somministrar loro una galera armata, o almeno armarne una veneta e mantenerla a proprie spese ; e in contraccambio, i veneziani obbligavansi ad assistere i fanesi ogni qual volta