4i)2 LIBRO IV, CAPO XII. Lieti e giustamente superbi i veneziani, per un successo così felice, per un sì lieto presagio della loro spedizione, ottenuto alla presenza d’ innumerevole stuolo’di cavalieri, che dalla spiaggia se ne stavano spettatori della memoranda tenzone, entrarono nel porlo di Jaffa. Il doge lasciò 1’ armata in riposo, perchè si preparasse ad imprese novelle : egli frattanto si trasferì a Gerusalemme. Quelli, che, dopo la prigionia del re, avevano assunto il comando e 1’ amministrazione del regno, lo accolsero come un glorioso alleato trionfatore. Era d’ uopo trarre profitto dall’ entusiasmo, che aveva cagionato in tutti gli animi la felicità di tpiesto primo successo, e tentare qualche altra impresa di grave importanza. Ma le opinioni erano discordi circa la scelta dei primi passi da farsi. Non s’ era fissato alcun piano, e, per una conseguenza di quello spirito religioso che infervorava tutti quegl’ illustri crociati, fu deciso di rimettere la scelta nelle mani della provvidenza divina. Il trarre a sorte riputavasi allora uno de’più facili modi di conoscerne la volontà : si ricorse pertanto a questo partito. Garimondo, patriarca di quella città, aecompagnato da tutto il suo clero, dal doge, dai principi crociati, e da innumerevole moltitudine di popolo, si recò al tempio, ove, invocato 1’ aiuto superno, si diede mano alla scelta. Fu scritto su due viglietti il nome delle città di Ascalona e di Tiro ; e poscia i viglietti furono collocati sul-1’ altare. Si celebrarono i sacri misteri, e quindi un fanciullo, posta la mano sull’ altare, ne scelse uno. Questo portava scritto il nome di Tiro ; e Tiro appunto fu la città, su cui diressero tosto le loro armi i crociali. Era questa città della massima importanza e di somma difficoltà ad espugnarsi. La possedevano in comune il sultano di Egitto e quello di Damasco : aveva un circuito di diciannove miglia : era munita di fortissima cittadella. Essa anticamente era un’ isola, lontana dal continente più di seicento passi. Alessandro il grande, per farsene padrone, avevaia congiunta alla terraferma per mezzo di un braccio sorprendente di argine, che vi aveva costrutto, dalla parte