\nno 959—943. 249 C A P 0 XXXVI. Discordie col patriarca di Aquilcja, sedale dal doge Pietro Candiano IH. Morto infalli Pietro Parlecipazio, il popolo elesse a succedergli il sunnominato figliuolo di Pietro Candiano II : aveva nome anche egli Pietro, come suo padre, c perciò fu detto Pietro Candiano 111. Pochi anni dopo la sua esaltazione, e precisamente nel 943, soffri molestie non lievi l’isola di Grado per le pretensioni del patriarca Lupo, il quale fece risorgere le antiche dissenzioni, e, forte com’era per la sua civile giurisdizione, potè assalire colle armi quella città e ridurla a mal partito. Fu necessario, clic vi prendesse parte il doge, il quale, senza far guerra, ricorse al solilo efficacissimo mezzo ; di proibire, cioè, ai veneziani qualunque commercio col Friuli, e di portarvi il sale ed altri generi di prima necessità, che non possono aversi se non dalla parte del mare : c proibi nel tempo medesimo, che i friulani avessero ingresso nelle nostre lagune. Ma ben presto il patriarca Lupo, a cagione delle lagnanze dei popoli, si vide costretto a ricorrere allo stesso patriarca di Grado, da lui molestato, acciocché volesse farsi mediatore presso il doge, ed ottenessegli e rivocato 1’ editto tanto dannoso al paese di lui, e ristabilita la pace colla repubblica veneziana. Tutto fu concesso dal doge, obbligandosi il patriarca di Aquileja ad una penale di cinquanta libbre d’oro ogni qual volta avesse violato il giuramento di alleanza coi nostri. Sappiamo tuttociò dal medesimo documento del trattato, clic in quella circostanza fu scritto, e clic ci è conservalo nel codice Trevisano (1), sottoscritto dal patriarca c da dodici de’primarii del suo clero e da quattro tcstimonii. Merita particolare attenzione in (i) Alla pag. 52 : Mss. della Marciana, cod. CLXXXI della elas. X. vol. i. 32