264 UBRO li, CAPO XL1I. dell’ infelice riuscita, che avevano avuto le due famose spedizioni di Pipino e degli unni, non azzardò teniamo l'impossibile impresa. Perciò preferì lo stringere amicizia coi nostri, sperando che forse il tempo e le circostanze gli avrebbero presentalo qualche occasione favorevole per inlromettersi nelle nostre faccende, e potere cosi guadagnarsi un diritto di preminenza anche sopra Venezia, siccome gli era riuscito di primeggiare sopra tutti gli altri stati d’ Italia. Nè queslo scopo potè egli conseguire giammai ; perché i veneziani colla solita loro moderazione conservarono sempre tale posizione politica da non urtare l’impero d’ Oriente e da non avere bisogno nè della protezione nè della mediazione di chi governava quello di Occidente : anzi, preferendo sempre il condiscendere al desiderio dei greci, per poter godere inviolata la loro libertà sul mare, rendevano sempre più improbabile, per non dire impossibile, 1’ occasione di avere bisogno dell’ imperatore tedesco. Per favorire anzi l’imperalore dei greci e per secondarne i desi-derii, rinnovarono con più vigore la legge, che proibiva ai mercatanti veneziani il portare ai saraceni ferro, travi e legname da costruzione. Vennero perciò a Rialto gl’inviati orientali, e con minaccie di non rispettare nelle loro acque il commercio veneto, qualora trovassero cariche di siffatti oggetti le navi dei nostri, ottennero la seguente legge o placito, che fu stabilito solennemente dall’assemblea generale del doge, del patriarca, dei vescovi, del clero e del popolo. Nel qual piacilo vien dello solennemenle,che «comparsi alla presen-» za del doge, del patriarca, del clero e di tutti i maggiori, medio-» cri, minori e popolari, avevano inteso dal doge, loro eminentissimo » signore, come i legati dei greci imperatori, avevano fatto, a nome » di questi, terribili minaccie ai veneziani se avessero continuato a » trafficare nei porti dei saraceni. Aver inoltre quei legati dichiarato » con giuramento, a nome dei loro imperatori, clic se avessero » incontrato navi veneziane, dirette ai porti degl’ infedeli con ferro » od altro le avrebbero bruciate in mare insieme col carico e con » l cquipaggio. Perciò lutti concordemente giuravano per sé e pei