lilO LIBRO II, CAPO III. Ma prima eh’ egli vi ritornasse, il doge aveva fatto raccogliere in Grado i vescovi e il clero ili tutte le diocesi veneziane, ed ivi in un sinodo aveva fallo dichiarare intruso e illegittimo il patriarca Giovanni, già vescovo intruso di Olivolo, di cui similmente ho parlato. Il quale, espulso ed esiliato, fu di bel nuovo, com’ eralo stalo in addietro, vittima delle discordie dei veneziani : ora vescovo, ora patriarca, ed alla fine nè 1’ uno nè 1’ altro. Dal documento che altrove citai, apparisce di quante beneficenze e magnifiche generosità il patriarca Forlunato siasi reso benemerito verso la chiesa sua. E porpore e zendali e tappeti e panni il’ oro e d’ argento e gioje e corone e calici e vasi ed altri arredi preziosi, egli nel suo ritorno aveva portalo seco per arricchirla : doni per la maggior parte della generosità dell’ imperatore Carlomagno. E inoltre aveva fatto erigere due altari foderali d’ oro e il’ argento, della lunghezza di quindici piedi c della larghezza di sci, per collocarvi i corpi dei santi martiri aquilejesi. Aveva fallo rifabbricare, più internamente nel lido, 1’ antica chiesa di sant’ Agaia, perchè ormai l’interramento delle marce aveva alzalo il terreno per guisa, che nelle grandi burrasche sciroccali vi arrivavano le acque sino all’ aitar maggiore. Le relazioni, che questo prelato aveva contratto colla corte francese, furono motivo di altre beneficenze derivale alla sua metropolitana. Imperciocché le procurò egli la conferma ili luttociò, che possedeva nel territorio del regno italico. E inoltre, nell’anno 819, ottenne dall’ imperatore Lodovico, che le città dell’ Istria potessero eleggersi i loro governatori, vescovi, abati, tribuni ed altri inferiori uffiziali, siccome poco dianzi era stato loro concesso da Carlomagno (I). .Ma non andò guari, eh’ egli di tanti meriti perdesse ogni vanto. Perché, sebbene in questo medesimo anno, nel marzo o nel maggio, fosse presente alla generale concione in Rialto, con Cristo-toro vescovo olivolese e cogli altri vescovi e abati e nobili e popolari della nazione, per assistere ed approvare il dono, che Agnello (i) Muratori, Annal, il'Ilai , ami. 819.