484 l.IBRO IV, CAPO XXIII. ricchezze, derivale già da gran tempo addielro alla sua famiglia, principalmente per avere (rovaio nelle rovine di Aitino una vacca d’oro massiccio (1), dedicata forse a Giunone, a cui erano stati sacri colà un tempio e un boschelto e a cui solevano immolare gli antichi una vacca bianca. Egli dopo la sua elezione largheggiò splendidamente in distribuire denari al popolo : usanza, che fu imitata anche dai suoi successori. Passarono sei mesi dalla morie di Vitale Micheli II sino all’elezione dello Ziani ; il quale intervallo di tempo fu necessario per ben regolare le novità suindicate. Diminuita così 1’ aulorilà del doge, se ne accrebbe invece lo splendore : al quale proposito si vietò, ch’egli uscisse mai in pubblico senz’ essere accompagnato da uomini cospicui. Prese ogni esteriore apparenza di sovranità, mentre le nuove discipline andavano scemandone la sostanza. Lo scopo di tulle quesle riforme fu di rassodare il governo in un’epoca nella quale la stabilità degli ordinamenti interni doveva corrispondere alla grandezza e potestà esterna; acciocché non avvenisse giammai, che un tumulto popolare mettesse a grave rischio lo stalo, e meno poi la forza, le ricchezze e le astuzie di un solo potessero prevalere e ridurne ad un governo assoluto la signoria. Il popolo non era già escluso dal maggior consiglio ; la sua sanzione era la guarentigia delle buone qualità del principe eletlo da quello ed approvato da esso; né d’ altronde gli elettori osavano di proporre al principato tal uomo, che non godesse il favore e la persuasione del popolo. CAPO XXIV. Governo del doge Sebastiano Ziani. Regolati così gli affari, il nuovo doge Sebastiano Ziani intraprese il suo governo, sotto il quale crebbero assai gli ornamenti (i) Gallicciolli, Mem ven. ani., tom. 1, c»p. Vili