440 LIBRO IV, CAPO IX. e con questa s’inoltrarono sul territorio contrastato ed attaccarono il sunnominato castello. Ci fa sapere il Morari, eh’ esso era un luogo ben popolato e fortificato, che aveva due chiese e una forte torre per difesa appunto del territorio veneziano contro le invasioni che vi avessero potuto azzardare i confinanti padovani, gli adriesi e i ferraresi. L’ essere adunque ai confini di tutti e tre questi popoli ci fa intendere, eh’esso era situato dalla parte del mezzogiorno, relativamente alle nostre lagune, e verso alle^foci del Po, donde difendere e queste e le imboccature dell’ Adige e del Brenta. Il doge Ordelafo Falier, fatto consapevole della temerità di quei popoli, i quali, al paragone della potenza veneziana, potevansi riputare piccolissimi insetti, fece marciare contro di loro un grosso distaccamento delle truppe, eli’erano testé ritornate vittoriose dalla Siria. Fu come un giuoco per esse il venire alle mani con loro : tuttavolta il combattimento fu sanguinoso e feroce sotto al castello, cui quelli avevano stretto di assedio. Ma i padovani alfine furono costretti a cedere : furono messi in rotta : seicento ne rimasero prigionieri, i quali furono condotti a Rialto e posti in catene. Fu allora che Padova apri gli occhi, e s’avvisò di avere azzardato un’ impresa, la quale poteva riuscirle feconda di funestissime conseguenze : i padovani temettero assai di peggio. Perciò stimarono prudenza l’interporre la mediazione dell imperatore Arrigo V, che si trovava allora in Verona, e che di buon grado s’ interessò a loro vantaggio. Accolseli sotto la sua protezione, e scrisse al doge, perché mandasse i suoi deputati, coi quali si potesse terminare amichevolmente la questione. IVon piacque troppo, a dir vero, questa mediazione imperiale, ai veneziani, perchè non gradivano che nei loro affari s’impicciasse chicchessia : era anche ciò una conseguenza della loro naturale indipendenza, sulla quale nè volevano né potevano mai transigere. Tuttavolta non avendo un pretesto, per cui ^sottrarsi, onorevolmente dall’ aderire alle premure di Arrigo, gl’ inviarono la chiesta