CO . LIIìRO I, CAPO X. crescerne il numero e fabbricarne delle altre. E qui non posso astenermi dal ricordare una pia tradizione, perpetuata tra noi nelle cronache e nelle storie, opportunissima a dimostrare, come a questa nostra città nulla manchi, nemmeno il prodigioso, che ne attesti 1’ antichità delle origini. Or la tradizione, di cui ragiono, ci fa sapere, che quando san Magno fuggi da Oderzo, per salvarsi dai barbari, e venne a cercare asilo nelle veneziane lagune, gli apparve cinta di celeste fulgore la Vergine, ed additogli otto delle rcaltine ¡solette, sulle quali gl’ ingiunse di piantare altrettante chiese. Furono queste chiese : san Pietro apostolo, nell’ isola di Olivolo, colà appunto dove già da due secoli addietro esisteva la chiesa de’ santi Sergio e Bacco (1) ; l’Arcangelo Raffaele, nell’ isola di Dorsoduro ; santa Maria Formosa, la quale dovette essere di assai debole struttura, perciocché il Dandolo ne dice, che nell’ anno 864 rifabbri-caronla i figliuoli di Marin Patrizio ; san Salvatore, che da Flaminio Cornaro, sulla testimonianza di una cronaca del secolo XIII, è commemorata per la singolarità del suo pavimento, formato a grate di ferro, sotto cui scorreva 1’ acqua, a somiglianza della chiesa del santo sepolcro di Gerusalemme ; santa Giustina, che oggidì é cangiata in casa di educazione militare marittima ; santo Zaccaria, che nel principio del nono secolo fu ricostrutta per le monache, a cui contiguo fu piantato rinomatissimo monastero ; san Giovanni Battista in Bragora (2), che nell’817 fu anch’ essa rifabbricata; santi (i) Noterò qui opportunamente, che quest’ isola (licevasi Olivolo a motivo della sua configurazione alla forma di un’ oliva ; c fu anche detta, e con tal nome la si conosce tuttora, Castello, perchè qui, secondo si narra, trovaronsi le vestigia di un vecchio castello, che la volgar tradizione volle piantato da Antenore, allorché, profugo da Troja, cercava nuove sedi nell’ A-driatico. (2) Questo nome le venne dato allorché furono in essa portate alcune reliquie del santo Precursore, tolte da una provincia orientale che dicevasi Bragula. Vuole invece il Sansovino, che il nome di Bragora sia derivato a questa chiesa dal nome della piazza, che le sta dinanzi. E il Crivelli ( pag. 144 ) ne ripete l’origine « da brago, » cioè fango : derivazione che ci là cono-w scere che quell’ isola, la quale veggiamo n ben lastricata e guernita di case, era apri punto un campo di brago, che quei ri-» fuggiti tolsero coll’industria a farsi noli velia patria. ”