32Í» LIBRO ni, CAPO VI. riconoscentissimi i due Cesari, che vi regnavano, Basilio e Costantino, i quali cercarono ogni maniera di contraccambiarne il favore. Nè seppero come contraccambiarlo meglio, quanto invitandolo a mandare il suo figliuolo e collega della ducale dignità a Costantinopoli, per dargli in isposa la principessa Maria, figlia del patrizio Romano Argiro od Argiropulo, che in seguilo diventò anche egli imperatore, e di una sorella deU’imperatore Basilio. Ed erano tanto fervide le istanze di quei Cesari, che Pietro Orseolo si vide costretto, dice il Sagomino (1), a compiacerli. Con magnifica pompa adunque e con grandioso c scelto equipaggio, ed accompagnato altresì dal fratello Ottone , terzogenito del doge Pietro, partì il doge Giovanni alla volta di Costantinopoli. In questo frammezzo di tempo, anche Arrigo re di Germania, ad imitazione del suo predecessore Ottone 111, volle contrarre spirituale parentela coll’ Orseolo, già divenuto famoso in tutta 1’ Europa ed anche più oltre. Pregollo pertanto, che gli mandasse a Verona l’ultimo dei suoi figliuoli, per essergli patrino alla cresima. Accolse Arrigo con sommi onori quel giovinetto, cui dice il Sagor-nino essere stato un ragazzo di maravigliosa bellezza ; e dopo averlo trattenuto alquanti giorni presso di sè, lo rimandò colmo di carezze e di regali a Venezia. Approfittò l’Orseolo di questa occasione per ottenere anche dal papa la conferma della giurisdizione della chiesa di Grado sopra i vescovi dell’ Istria, sì lungamente e ripetutamente ribelli al patriarca di quella. Ne possedeva tuttavia la cattedra il vecchio Vitale IV Candiano. Giunti a Costantinopoli i due figliuoli del doge Pietro, vi furono accolti con magnificenza veramente orientale. Non si tardò molto ad effettuare le nozze, a cui il doge Giovanni era stato invitato. Lo sposalizio si celebrò dal patriarca greco nell’imperiale cappella, con tutta la pompa di quel magnifico rito. Vi erano presenti Basilio e Costantino, i quali nel momento della sacra ceremonia (1) Sedala petitione a Ifas ilio et Constaitino imperatoribus conato.