162 LIBRO II, CAPO IX. e fecero intendere, che non guari sarebbe avvenuta la distruzione altresì del tempio e il sacrifizio delle persone, che vi si fossero opposte. Non vi volle meno a rendere Staurazio e Teodoro condiscendenti ai voli dei veneziani mercatanti : stabilirono anzi il giorno di consegnar loro il prezioso deposito. Esso era involto da capo a piedi ; piacemi continuarne il racconto colle parole del cronista Andrea Dandolo, fedelmente recate nel nostro idioma ; esso era involto da capo a piedi in una clamide di serico tessuto c sigillato con molti suggelli. Stabilito di sustituirvi il corpo di santa Claudia, tagliano nel di dietro il manto, estraggono il corpo del santo evangelista, vi pongono quello di santa Claudia, restandone sempre intatti i suggelli. Allora si sparse all’ improvviso per la città un odore soave, che fece maravigliare il popolo per ¡stupore. Alcuni tra i fedeli ebbero sospetto di ciò, eh’ era veramente, e corsi quindi alla chiesa, aprirono il sepolcro ; ma trovata tuttora sigillata la clamide, se ne ritornarono alle loro case tranquilli e delusi. I veneziani intanto portarono il sacro corpo alle loro navi, coperto da erbaggi e da carni porcine ; e richiesti dai saraceni, che cosa recassero seco, quelle mostrarono ; per cui coloro inorriditi sciamarono knzir, knzir, che significa, majale, majale. Giunti alla nave lo coprirono colle vele, finché si fossero allontanati dalle spiaggie ed avessero intieramente deluso il frugare dei musulmani. Si posero in viaggio alla fine, e dopo furiosa burrasca, da cui furono salvati non senza evidente prodigio del celeste proiettore, che seco loro viaggiava, s’ inoltrarono sino a vista delle nostre lagune. Ma non osavano di approdarvi, perché violatori della proibizione di far commercio coi saraceni. Mandarono perciò chi si presentasse al doge, e, confessandogli il fallo, gli manifestasse la santa mcrce, cui dalle coste dell Africa seco avevano trasportato. La notizia fu accolta con sommo giubilo : si perdonò a Buono e a Rustico la colpa, e non si pensò che a ricevere, colla maggiore solennità che si potesse, le reliquie dell’ evangelista. Entrarono i vascelli dal porto di Olivolo, ed approdarono dinanzi al palazzo del doge. Non si udivano, che