200 LIBRO li, CAPO XXII. venni ostacolo al ritorno del patriarca nelle isole venete ; anzi, i dimostrazione di amicizia, si trattenne più giorni nella capitale, dimorando con Orso nel palazzo ducale, benché il patriarca avesse il suo, presso alla parrocchia di san Silvestro. Passò poscia a Torcello, ove con molto onore fu ricevuto dall’ eunuco Domenico e in attestato di amicizia e di pace accettò un sontuoso banchetto, che 1’ e-letto vescovo gl’ imbandì. Ritornalo alla sua metropolitana, consecró per le sedi di Mala-mocco, di Olivolo, di Equilio e di Caorle, le quali, nel giro dei quattro anni, che aveva durato questa controversia, erano rimaste vacanti, i vescovi Leone per la prima, Giovanni per la seconda, un altro Giovanni per la terza, e un altro Leone per 1’ ultima. Anche il patriarca non molto dopo morì, trovandosi nel suo palazzo di Rialto, ove per cagione di salute erasi trasferito ; e la sua morte tolse ogn’ impedimento alla consecrazione del vescovo torcellano. Vettore, prete di san Silvestro di Rialto, fu eletto dal doge ad essere successore del defunto Marturio ; ma a patto di dover consecrare Domenico. Macchia ancor più vergognosa, con che il doge Orso Partecipazio contaminò la sua gloriosa carriera ! Vettore lo consecró, ma perché non poteva più sciogliersi dalla promessa fatta al doge : anzi, all’ istante medesimo della sua consecrazione, gliene manifestò pubblicamente con amare parole tutta la ripugnanza (1). CAPO XXII. Giovanni figlio del doge è associato al padre nella ducale dignità. Mentre in questi tempi i veneziani godevano pace, e il loro commercio prosperava felicemente, i saraceni, memori della sconfitta ricevuta a Taranto, e non contenti del soccorso, che i nostri davano (i) Yed. il Filias», toni. VI. pag n5.