ANNO 1105—1111, 439 dirne il perchè, Pala d’argento giojellata (1) ; «piando ciò non sia stato, perchè a’suoi giorni era essa ridotta a tale nerezza e sucidume, per la lunghissima vetustà, da non potervi discernere la qualità del metallo che componevala. Anzi tanto essa era deformata e travisata, che non fu conosciuta neppure dai rapaci predatori delle veneziane ricchezze, nè s’ accorsero di poterla avere in una qual si fosse considerazione, almeno come oggetto artistico. Egli la disse inoltre opera eseguita per commissione di Pietro Orseolo : ma ciò non mi fa maraviglia, perché, appoggiato alle nude parole della cronaca Sagornina, potè crederla tale : benché quella cronaca la dica d'oro e di argento (2). Ma da questa lunga digressione si ritorni a ripigliare l’interrotto fdo della nostra storia. CAPO IX. Guerra dei veneziani contro i padovani. Ritornati in patria i veneziani, dopo la gloriosa loro vittoria della Siria, speravano di potervi riposare alquanto : ma nuovi avvenimenti li costrinsero a ripigliare le armi. Sorse quistione tra loro e i padovani per li confini scambievoli del proprio territorio. I padovani, che 1’ avevano promossa, furono i primi ad agire. Eglino pretendevano, che la repubblica di Venezia gli avesse violati ed avesse costruito dei forti sopra il territorio di loro, e che si fossero impadroniti abusivamente della torre Bebia o Babia, delta di poi Torre delle Bebbe. Da principio i padovani ne avevano menato querele col doge ; ma non vedendole ascoltate, pensarono a farsi ragione da sé. Chiamarono in loro soccorso i trevigiani e i ravennati, i quali somministrarono alle loro inchieste quante più poterono soldatesche, sicché unirono insieme una piccola armala (1) Tom. VI, pag. »06; e nel Sag., tinopolin. peragere jussit. Lo Zanetti poi, pag. 143. nell’indice della cronaca, non si contenta (2) In sancii Marci altare tabulam di dirla ordinata dall’ Orseolo, la dice an-miro opere ex argento et auro Constan- che collocata: nè per anco l’altare esister» !