anno 717—T'ìh. 79 che sino allora aveva posseduto. Altre lettere scrisse il pontefice al patriarca Donato, al doge Marcello, ai vescovi suffragane!, ai popoli della Venezia e dell’Istria, colle quali gli esorta a resistere canonicamente alle molestie e alle usurpazioni dell’ aquilejese metropolita. Tuttavolta le chiese suffraganec non erano sì fermamente determinate da impedire che alcuni dei vescovi non si dichiarassero or per I’ uno or per 1’ altro patriarca ; nè questa distinzione di vescovati ebbe luogo che varii anni dopo. Intanto moriva nel il gradese patriarca Donato, e nuovi dissapori insorgevano per la scelta del successore. Perchè il clero e il popolo delle isole, contro la disciplina ecclesiastica di quei tempi, volle promuovere a quella sede il vescovo di Pola, che no-minavasi Pietro. Gregorio papa vi si oppose e ricusò di approvarne la scelta : anzi, in pena dell’ assenso, eh’ egli aveva prestalo alla nomina dei voneziani, avevane decretalo persino 1’ allontanamento dalla sede di Pola. Ma tali e tante furono le preghiere interposte dal doge e dal clero presso il pontefice, che vi fu alfine ristabilito. Ma nel medesimo tempo, Gregorio li scrisse una lettera ai nostri, per ammonirli ad essere più attenti in avvenire ad eleggere i loro pastori nei modi voluti da Dio e dalla Chiesa, e senza il più lieve sospetto di simoniaco maneggio. La quale ammonizione lascia luogo a supporre, che nella scella di questo vescovo, per essere trasferito alla patriarcale cattedra, abbiano avuto luogo occulte pratiche e raccomandazioni. E tanto più ciò confermasi dalle parole, che seguono, della lettera pontificia, non doversi mai tollerare, clic un vescovo per interesse o per ambizione lasci la propria chiesa e sia trasferito ad un’ altra. Dopo il quale avvenimento il clero e il popolo della Venezia c dell’ Istria si radunò di bel nuovo per la elezione del loro metropolita : la scelta cadde sopra un benedettino, che nominavasi Antonio, o, come altri dissero, Antonino, abate del monastero della Trinità di Brondolo, dalla parte di Cliioggia. Era padovano per nascila, celebre a’suoi giorni per pietà c per scienza. Non sopravvisse