anno 827—829. i 73 cosi raccolto e ordinato, è appunto quello, che avanti la metà del secolo XIII si riordinava per la quinta volta, sotto il doge Enrico Dandolo. Di antichissima data adunque non potevano non essere le leggi primitive del veneziano commercio (i). CAPO XII. Successione dei dogi Partecipazi. Giustiniano Partecipalo, lieto di avere accolto nella città capitale della sua repubblica le sacre spoglie dell’evangelista san Marco, e tutto fervoroso ad innalzarne il tempio magnifico, non ebbe la consolazione, come ho già notato precedentemente (2), di vederlo condotto al suo termine, perchè la morte gli e lo impedì. Dobbiamo richiamarci a memoria, che questo doge, dopo di avere fatto spodestare dal padre il proprio fratello Giovanni, lo aveva fatto anche esiliare a Costantinopoli (3), ov’ erasi trattenuto sempre sino a questa età. Ma trovandosi Giustiniano malato a morte, afflitto per 1’ infelice esito della sua spedizione contro i saraceni, ed angustiato da rimorsi per 1’ ingiustizia suggerita al genitore contro il fratello Giovanni, volle che fosse richiamato da Costantinopoli. E lo fu : e giunto a Venezia lo abbracciò con affettuosa accoglienza, e fece si, che fosse anche restituito alla ducale dignità. Nè solamente lui vivo, ma gli fu anche successore, lui morto. Morì Giustiniano doge nell’anno 829, ed ebbe sepoltura nella badia di sant’Ilario a Fusina, a cui nel suo testamento lasciò ricchi legati e confermò il possesso dei fondi, che le aveva donati Agnello gloriosissimo suo genitore (4). Anche al monastero di santo Zaccaria, (i) Sul commercio (lei veneziani, se ne (2) Nella pag. i63. consulti la Storia scritta da Carlo Anto- (3) Ved. nella pag. 1B9. nin Marin. (4) Cod. Trevisanco, e Temanza sul Monast. di s. llario.