anno 953—959. 255 parricidio, contro la persona e del proprio genitore e del proprio principe, andò a cercare asilo e protezione in Ravenna , dove cortesemente fu accolto da Guido figliuolo di Berengario. Le corti dei gelosi vicini sono sempre un aperto asiiu pei malcontenti : perciò anche Pietro diventò presto amico di Guido. Con lui andò in guerra contro i marchesi di Spoleto e di Camerino, e, mostratosi valoroso, guadagnò la stima e la fiducia del suo protettore. Nel cui animo seppe cosi bene insinuarsi, che lo indusse a permettergli persino di armare sei navigli da corsaro e di recarsi con questi a molestare i legni dei mercatanti suoi compatriolti. Seppe, che alla foce del Po di Primaro stavano ancorate sette navi veneziane, cariche di ricche merci, destinate a far vela alla volta di Fano ; ed egli non tardò ad assalirle. Se ne impadronì senza veruna resistenza dei marinari, colli così all’ impensata; ed uomini e navi condusse a Ravenna. Tanto fu il dolore, cui sì vergognosa azione, commessa dal figlio suo contro i proprii nazionali, cagionò al vecchio ed infermo doge, che ne perdette per 1’ afflizione la vita. Del che narrando il Dandolo , dice che Pietro 111 morì, oltreché per le amarezze derivategli dal figlio, anche per quelle, che gli causarono i veneziani. Ciò mostrerebbe, come osserva il Filiasi (I), che nelle isole nostre si fosse mantenuto un partito a favore dell’espulso Pietro IV : e gli avvenimenti succeduti dipoi lo confermano. Sbagliarono; e non occorre meravigliarsene; il Laugier e il Daru limitando a soli undici anni il ducato di Pietro III Candiano; il quale perciò sarebbe morto nell’anno 952. Tutti invece gli storici nostri, tutte le nostre cronologie ce lo dicono vissuto sul trono ducale dall’anno 942 al 959 : e basta per dimostrarlo vivente anche dopo il 952 ; anno in cui quegli infedeli scrittori ne segnarono la morte; il solo documento ricordato nel precedente capo, e che ha la data dell’ II marzo 953. (i) Tom. VI, cap. XIV, pag. 181