ANNO 1111. 441 deputazione, di cui fu capo il figliuolo stesso del doge : gli altri due, che la componevano, furono Orsato Giustiniani c Marino Morosini. Giunsero i deputati a Verona, e vi trovarono quelli di Padova, che gli attendevano. L’ imperatore parlò ad entrambi parole di riconciliazione e di pace, cd esorlolli a lasciare le cose nello stato, in cui si trovavano prima delle ostilità. Fece considerare ai primi, essere la magnanimità il migliore ornamento del forte, ed ammoni i secondi a dover guardare con occhio non di livore, ma di ammirazione, siffatti vicini, che tanta gloria s’ erano acquistata in tutto il mondo, presso i popoli più rimoti. Non furono necessarie lunghe raccomandazioni per indurli entrambi ad amichevole componimento : perciocché ai padovani era passata la voglia di lottare contro nemici, di cui avevano sperimentato a proprie spese la superiorità ; e ai veneziani poco importava di estendere il loro dominio sulla terraferma, da cui traevano maggiori vantaggi avendola straniera, di quello che se 1’ avessero avuta dipendente. Circa questo tempo ottennero i veneziani dal medesimo imperatore un diploma, che confermava loro tutte le esenzioni e i privilegii concessi per 1’ addietro dai suoi antecessori. Esiste il diploma nel codice Trevisaneo (1), ed ha la data de’ 20 maggio dell’ anno 1111. CAPO X. Sommersione di Malamocco in mare. Qualche anno avanti che queste differenze si componessero tra i veneziani e i padovani, una sciagura atroce si rovesciò tutto a un tratto sopra la città e l’isola di Malamocco. Parlano gli storici di un orribile incendio, che nell’ anno 1106 loro recò gravissimi danni ; ma più funesto però dell’ incendio furono per esse il (i) Pag. 122 e seg VOL. I. 56