anno 629. 57 patriarchi Elia c Severo, quest’ ultimo anzi nominarono sant*. « perchè i loro autori semplici c rozzi, senz’ avvedersene, copiarono » da antiche memorie scritte da scismatici, e senza nè critica né » esame, veri credettero i costoro racconti. 11 Dandolo fece così ed » altri pure. » Vedasi a questo proposito il Maretta sullo Scisma dei tre capitoli. Ma da questa lunga digressione si ritorni al racconto delle molte emigrazioni dei vescovi della tcrraferma, clic piantarono le loro cattedre nelle varie isole veneziane. Primo di tutti gli altri incominciò il vescovato di Caorle ; perchè gli abitatori di quell’ isola, divenuti cattolici, non volendo stare soggetti allo scismatico vescovo di Concordia, inviarono al papa Gregorio, nell’ anno 598, due ragguardevoli personaggi, 1’ economo e il procuratore delle loro chiese, per supplicarlo a concedere, che un vescovo Giovanni, fuggito dalla Pannonia perchè cattolico, c dimorante mal sicuro nel castello di Novas (1), sul vicino continente in territorio longobardo, si trasferisse ad abitare nella loro isola e vi esercitasse ordinaria giurisdizione pastorale. E il papa lo concesse (2). Ciò non piacque, ed è ben facile il crederlo, allo scismatico patriarca Severo, il quale seppe così bene circuire il nuovo vescovo caprulano, clic lo fece vacillare nei sentimenti cattolici : divenne perciò sospetto al suo popolo, c fu scaccialo dal-1’ isola. Ricorsero allora i caprulani una seconda volta al pontefice, per ottenere un novello pastore; c Gregorio li pose per allora sotto 1’ amministrazione di Mariniano arcivescovo di Ravenna, lusingandosi, che Giovanni si ravvedesse c vi ritornasse. Ma indarno se ne lusingò : c diede ordine quindi all’ arcivescovo di dare un altro pastore a quella chiesa. Non si ha notizia dell’ esito di quest’ ordine, o sia perché ne andasse perduta ogni memoria o sia perché il vescovo di Concordia fosse ritornato alla cattolica unità, e quindi (■) l’aic clie questo castello nominato (2) Nelle Icltcrc di s. (ireg. la XI. del Movas fosse Città nova, ovvero, come dissi lib. VII c la XCV1I del lib. IX. altrove, Eraclea : ved. ilTentori, tom. IV, P»g. aia. VOL. t. 8