205 mente a far parola di due nuovi siparii, se non che il sig. Zanotto ne stampò a parte un libretto, che li dichiara diffusamente e con molta e-leganza ambidue, ed a lui rimettiamo chi ne desiderasse più ampia informazione. Noi parleremo soltanto dell’ effetto, e diremo che in ambidue si notano somme bellezze d’arte. In quel- lo del Dusi, che rappresenta 1’ Apoteosi della Fenice, ed in cui l’artista volle adombrare coi colori della pittura il desiderio che più al teatro non avvenga la sventura dond’ora fu ristorato, s’ ammirano e 1’ ardito concetto e la ricchezza e varietà della composizione, come pure molte bellezze speciali in quegli atti, in que’ volti angelici delle Ore, e nel bellissimo nudo della Iole. In quello del Busato, in cui si figura Enrico Dandolo a Costantinopoli, si lodano la bella disposizion delle parti, molti gruppi artisticamente trovati, ed egregiamente dipinti, un puro disegno, un vago ed in vero pittoresco effetto di luce. E qui, poi che ci siamo diffusi in tanti particolari, dobbiamo render la debita giustizia a due artisti che furono', senza volerlo, offesi dal nostro silenzio nel primo articolo del teatro. Giovanni Battista Negri prese non solo egual