anno 887. 211 circondarono, e ad onla delia disperata difesa, eli’egli oppose loro, soverchiato dal numero e trafitto da molle ferite, lo stesero al suolo con quasi tutti gli altri suoi combattenti (1). E così dopo cinque mesi, poco più, di ducale reggenza, finì quel prode, su cui tante speranze avevano fondato a buon diritto la nazione e la patria. Contava appena quarantacinque anni di età : i nostri cronisti lo celebrano con sommi elogi, siccome uomo di ottimo carattere c di sincera religione. 11 tribuno Andrea, checché n’ abbiano favoleggiato i dalmati, seppe involare il corpo di lui dalle mani degli slavi, e lo portò a Grado, ov’ ebbe sepoltura, nell’ atrio della chiesa metropolitana di santa Eufemia. Non a caso ho detto, checché n abbiano favoleggiato i dalmati : perché il Fortis, ne’suoi Fiaggi della Dalmazia (1), ci fa sapere, che nel Primorie veneto, presso alla chiesa di Tuscupi, gli fu additala da que’ del luogo, in un vecchio sepolcrelo di antichi eroi slavoni, una tomba, sopra la quale vedovasi scolpila la figura di un guerriero, avente in capo una bizzarra berretta, la cui cima innalzavasi a foggia di corno ; e gli fu detto, essere quella la tomba di un doge veneziano, ucciso colà in battaglia. Né il luogo, per verità, sarebbe discosto di troppo, secondo il Lucio, storico dalmata, dalla spiaggia dello sbarco e del combattimento del doge Pietro Candiano; e ne confermerebbero la situazione anche le molle antiche caverne, fortificate con maniere di barbara architettura, le quali vedonsi nei dintorni di Tuscupi e di Narenla. Ma questa tradizione, tuttoché antichissima, dei primoriesi, poco vale rimpetto alla certa e positiva notizia, che ci danno i più antichi nostri cronisti, il Sagomino ed il Dandolo, circa la sepoltura del Candiano nell’ atrio, com’ io diceva testé, della chiesa di santa Eufemia di Grado. La tradizione dei primoriesi potrebb’ essere fors’ anche appoggiata ad una falsa supposizione (i) Anche questo fatto è riferito assai (2) Tom. II, pag. 137. inesattamente dal Laugier il quale ne stravolse alla sua foggia latte le più importanti arcostanie.