298 UBKO II, CAPO LI. Al quale proposito lasciò scritto, benché con troppa esagerazione, il fiorentino cronista Benedetto Dei (1) : * Io dico e lo dirò e raffer-■ mero sempre, che la città di Vinegia ha fatto più mutamenti e * più novità e più sangue, che non hanno fatto le quattro città, che » sono in Italia le più armigere e le più marziali, cioè Genova, » Bologna, Perugia e Città di Castello, che raccozzandole tulle qual-» tro insieme non aggiungerebbero alla quarta parie della voslra » città di Venezia. » C A PO LI. Conquista dell’ Istria e della Dalmazia. L impresa gloriosa, che rese chiaro, sopra quello di tutti i suoi predecessori, il nome del doge Pietro Orseolo II, fu l’avere guadagnato alla repubblica il dominio sovrano sulla Dalmazia e sull’ Istria, delle quali finora una qualche porzione soltanto erale stata tributaria. Al che hanno relazione i combattimenti da lui affrontati contro i feroci croati, che non cessavano dal far prede e schiavi sul mare, e che, condotti dal loro re Murcimiro, figliuolo di Turpimiro, ed associali coi rapaci narentini, infestavano le ciltà marittime della Dalmazia, ed avevano ridotto a Iagrimevole desolazione quella spiaggia infelice. Indarno gli oppressi dalmati erano ricorsi per chiedere aiuto alla corte di Costantinopoli, la quale, per le tristi circostanze di quell’ impero, non li poteva esaudire. Non altro rifugio pertanto restava loro, fuorché ricorrere ai veneziani, a cui parecchie di quelle città erano ormai e per alleanza e per tributo obbedienti. Anzi, secondo il cronista Sagomino, che viveva in questi tempi, ci fa sapere, che Zara stessa, capitale della Dalmazia, era addetta al doge dei veneziani (2) : e probabilmente lo era (i) Frcsso il Denina, Rivoluz. d'Ital. derensibus civibus veneticorum duci dili) Illis namque temporibus in Dal- tioni obtemperabant. Parole della crona-matiarum confiniis non plus quarn Ja- ca Sagornina.