anno 867. 197 loro navi sino all’isola della Brazza, sulla costa della Dalmazia, avendo recato nell’ arrivarvi lo sterminio a quante città avevano incontrato. Gli affrontò la marina dei nostri, ma coloro non ardirono cimentarsi ; i nostri gl’ inseguirono, ed eglino uscirono dal golfo. Allora le nostre navi diedero mano all’ imperatore Lodovico, e ricominciarono 1’ assedio di Bari (1), il quale finì colla conquista di quella piazza e collo sterminio totale dei saraceni. Ma nel mentre che le armi dei veneziani si guadagnavano tanta gloria al di fuori, l’interno dello stato gemeva per gravi dissidii ecclesiastici, che ne turbarono lungamente la pace. Il fatto vuol essere narralo dal suo principio. C A P O XXI. Discordie del doge col patriarca di Grado. E prima di questo fatto, che dovrò raccontare, era avvenuto, che Diodalo, vescovo di Torcello, non si sa per quale motivo, era stato trucidato da due suoi servi, presso alle rovine di Aitino ; e il doge aveva fatto arrestare i colpevoli cd avcvali fatti impiccare, l’uno nel luogo stesso del delitto, l’altro sulla riva del Sile. All’ ucciso vescovo era stato sostituito Senatore, che s’ era assai adoperato per lo ristauro della sua cattedrale ; e intanto sulla sede metropolitana di Grado era stato collocato, dopo la morte del patriarca Vitale, il diacono Pietro Marlurio. Ce lo encomiano gli storici e le cronache, come uomo di somma dottrina e di luminosa pietà, il quale non accettò 1’ offertogli onore, se non dopo ripetute istanze della intiera nazione. Or, mentitegli possedeva la cattedra patriarcale, avvenne che morisse il vescovo di Torcello, e che il doge proponesse a successore di quello un figliuolo di Leone Caloprino, (0 Di quesl'assistenza, prestata dai ve- Poriirogenito, De administr. imperii ; neziani all’imperatore Lodovico li, parlano Cedreno nella Cronaca; Denina, Rivoluz. ¡1 Lucio, Hìst. regn. Daìmat.. lib. Ili; il