ANNO 90C. 241 leggerissime ondeggiano sull’agliaio elemento; le correnti degli intralciati canali e dei ghebbi le strascinano, le staccano dalle (ile, le allontanano, e danno luogo ai veneziani ad inoltrarsi framezzo, a circondarle, a disperderle. I combattenti nemici, vacillando a quel movimento, non sono in grado di vibrare con sicurezza i loro colpi, di mirare con precisione la mela dei loro dardi : mentre i veneziani invece, avvezzi all’ ondeggiamento delle acque, esperti nel maneggio dei remi, scagliano colpi sicuri e lutti mortali. La strage nell’ esercito dei barbari fu incalcolabile : nei nostri men che mediocre. Pochi di coloro poterono a grande stendo guadagnare la spiaggia e mettersi in salvo con precipitosa fuga : armi ed armati per la maggior parte rimasero preda delle onde ; le barche, o sfasciate o sprofondate od investite nelle secche, alternavano lo spettacolo orrendo dei galleggianti cadaveri. La sconfitta insomma fu sì compiuta e solenne, che mai più azzardarono quei barbari di ritentare l’ingresso nelle nostre lagune, benché annualmente ricomparissero furibondi a saccheggiare or 1’ una or 1’ altra delle pro-vincie d’ Italia. Una sciocchezza del Bonifacio, storico di Treviso (I),non posso qui lasciare inosservata, al proposito di questa irruzione degli un-gheri nelle veneziane lagune. * Allettati dalla morbidezza, die’egli, » della vinitiana carne, che dicevano essere soave et delicata mol- • to, dilettandosi essi di mangiar carne umana, arditamente con » molti legni gli assaltarono. » Come sapevano coloro, essere la carne veneziana soave e delicata ? Aveanla forse assaggiata ? Lo storico trevigiano ci avesse almeno fatto conoscere per qual guisa quei barbari avessero avuto notizia della soavità, morbidezza e delicatezza di questa ! (i) Slor. di Trcvigi, pag. 92 dell’ediz. di Venezia, 1744• »