anno 824—826.	143
fa molte lodi a questo intrigante c vituperevole patriarca, s’ abbia a crederlo un prete <jradese (1). Forse perché prete di quella chiesa doveva inorpellare la verità nell’ esposizione della sua storia, e doveva dar lodi a chi meritava biasimo? Io, comeché prete veneziano, non tacerò certamente i difetti dell’ ecclesiastica amministrazione della nostra diocesi, allorché nelle mie Chiese d’Italia, sull’ appoggio di legittimi documenti, ne dovrò parlare ; non asconderò le scerete mene degl’ intriganti, che muovono a lor talento la debolezza di chi presiede e lo rendono vittima or della loro ignoranza or della loro malignità ; non lascierò inosservate, benché con parole di dolore, le gravissime violazioni dell’ ecclesiastica disciplina, per cui, e nella sistemazione del capitolo metropolitano, e nel vergognoso affare della diocesi di Concordia e in altre simili cose di recentissima data, videsi la Chiesa partecipare al tirannico dispotismo degli oppressori imperiali, che colla violazione del diritto delle geitti patrocinavano la violazione delle canoniche leggi. Io dirò tutto questo, benché, anzi petrh'e, prete veneziano ; ed appunto per questa mia imparzialità, non so intendere, come s’abbia a riputare un prete gradese l’autore della cronaca Sagornina, perciocché loda il patriarca Fortunato. Io dirò invece, eli’ egli fosse per avventura uno di quegl’ intriganti adulatori ; fosse poi prete oppur secolare ; che mai non mancano intorno a chi sta in allo seggio, e che in ricompensa delle loro sordide adulazioni attendono e spesso ottengono 11011 ineritali favori. Aggiungerò, che la cronaca Sagornina fu scritta un secolo e mezzo, e forse più, dopo la morte del patriarca Fortunato.
CAPO V.
Monasteri di questo tempo.
Allorché Fortunato fuggi da Grado, per sottrarsi alla punizione, eli’ erasi meritato coll’ aderire e forse coll’ avere avuto parte attiva
(1) Filiasi, loin. VI, pag. 23.