282 UIIKO II, CAPO XLVH. (isco imperiale non si arrogasse quind’innanzi il diritto di proprietà sopra le navi veneziane, che avessero per avventura naufragato sulle coste italiane ; il quale diritto aveva sino allora esercitalo, per una ingiusta e barbara legge, degna di quella rozza elà. Ma chi è imbecille e segue un partilo senza saperne il perchè, è anche volubile nell’abbandonarlo per darsi al contrario. Un litigio, insorto per avventura tra il doge e la famiglia dei Caloprini, fece diventare quello nemico di questi, e lo uni in amicizia coi Morosini. Nella qual occasione non fu già che il doge esiliasse dalle lagune Stefano Caloprino, siccome narrò alla sua foggia il Laugier : fu invece, che Stefano Caloprino avvampò di rabbia per siffatto cambiamento del doge, e clic per vendicarsene radunò i primarii tra i suoi parenti ed amici, e, collegato con Orso Partecipazio o Badoero, con Pietro Tribuno, con Domenico Silvio, con Giovanni Bennato, detto anche Nosigenolo, e con altri dei principali nobili, li persuase a lasciare le patrie lagune ed a recarsi a Verona, presso l'imperatore Ottone ; il quale non già andava a combattere contro i greci nella Puglia, come scrisse il Laugier, ma era ritornato dalla sconfitta, che da quelli aveva ricevuto colà, nell’ anno 982. li ben naturale, che, presentatisi a lui, gli manifestassero i loro sentimenti, parlando ; nessuno storico per altro ci porla l’ampolloso discorso, clic il Darò loro pose in bocca. Il quale discorso, se 11011 si trova portato dal primo e più aulico nostro cronista, il Sagomino, deesi dire intieramente inventato. Perciò, lasciate da parte quelle immaginarie espressioni, dirò, sulla testimonianza del sunnominato cronista, che Stefano Caloprino « colle più calde parole » stimolò Ottone a muover guerra ai veneziani, promettendogli, » clic se avesse voluto accettare i suoi consigli, avrebbe potuto « farsi padrone assai facilmente della tanto desiderata Venezia.» Lo desiderava Ottone da lungo tempo, e tuttavia aveva concesso due volte la pace ai veneziani. Ned è da maravigliarsene ; egli, più sleale dei greci, soleva offrire la mano amica nell’ atto di macchinare il tradimento.