102 1.IBHO I, CAPO XXVI. clic si accompagnasse al suo, per ollencre da essi più facilmente la necessaria assistenza. Il doge Maurizio accolse onorevolmente i due ambasciatori, ed ascoltò le istanze, che gli presentarono a nome del re : rispose, non essere in suo arbitrio il deliberare, senza il consiglio dei tribuni ; sò essere propenso a favorirne l’inchiesta; doversene aspettare da quello la decisione. Convocò adunque prontamente il consiglio ; ma i tribuni si mostrarono in sulle prime discordi. Alcuni dicevano, doversi compiacere a quel principe, perchè sostenuto dalle brame del papa e perchè preconizzato già imperatore : altri si opponevano, perchè la cosa non poteva riuscire grata all’ imperatore greco, alla cui sovranità dichiaravasi rivale la nascente dominazione dei Franchi nell’Italia, e perchè il re Desiderio era stato sempre amico della repubblica ed avevaie dilatato il confine dalla parte di Era-cica, ed aveva ogni diritto ad amicizia e a riconoscenza. Dopo molti contrasti, vinse il partilo favorevole a Carlo. Gli fu spedila perciò un’armatetta di venticinque piccoli legni, conformati ad avere ordigni da lanciare terribili arme, e provveduti assai bene di remiganti e di militari. Navigarono questi per lo Po e giunsero a Pavia : al cui arrivo ed alle prime prove, che fecero contro la bloccata città, il re Desiderio, conosciuta l’impossibilità di resistere, capitolò, consegnando sè, la città c il dominio longobardico nelle mani di Carlo. Non saprei dire perché il Muratori, nei suoi Annali (V Italia, e la maggior parte degli scrittori veneti, non abbiano fatto parola di quest' assistenza (1), concessa dai veneziani al re franco, la quale cooperò cosi bene alla rovina del regno dei longobardi in Italia e al principio del novello regno dei franchi ; e meno ancora s’ in-lende, perchè il medesimo Carlomagno, che doveva perciò professare ai veneziani riconoscenza, abbia cercato di molestarli in casa loro e gli abbia fatti spogliare, per mezzo dello stesso Adriano, (i) Veti, la Storia dei J'eneziani del Crivelli ; Venezia 183<), pag. 271 e so".