346 MB. Ili, CAP. XIV. perché altrettanto corse di tempo sino al ritorno della deputazione inviata a Costantinopoli. La quale portò l’infausto annunzio, che il doge Ottone era morto. Subito sull’ istante rinunziò Orso il suo incarico, e si ritirò alla sua patriarcale residenza. CAPO XIV. Domenico Orseolo invasore del dogato : Domenico Flabianico è fatto doge. Approfittò della circostanza dell’auge, in cui erano risaliti gli Orseoli, un Domenico, che i cronisti dicono della stirpe del defunto Ottone. Costui, nel mezzo dell’ universale agitazione del popolo , tentò il colpo, e vi riuscì. Fecesi da alcuni suoi aderenti proclamare doge, ed occupò ardito il palagio ducale. Ma per poco. Appena il popolo ne fu consapevole, riprovando la temerità di lui, prese le armi, e sollevossi per ¡scacciarlo : ed egli spaventato fuggì dalle lagune cercando asilo in Ravenna. Grave questione sorgerebbe qui adesso, per conoscere chi fosse questo Domenico Orseolo invasore del seggio ducale. Ma, per non allungarmi di troppo nell’esaminarla, soggiungerò le parole del nostro dotto Filiasi, ¡1 quale brevemente la esamina, c la risolve cosi (I): « Ma chi era cotesto Domenico? Era egli cugino o fra-» tello di Ottone ? Qualche cronaca chiamalo fratello, ma perché » la Sagornina, tanto minuta in ciò che spetta agli Orseoli, nomi-» nando tutti i figli di Pietro II, tace codesto Domenico? Ella anzi » tra quelli conta un Enrico, di cui più nulla sappiamo, e che dopo » Ottone era 1’ ultimo di tutti. Parrebbe dunque, che il Domenico, » che tentò farsi doge, fosse piuttosto un parente che un fratello » di Ottone. Ma nel codice Trevisano esiste un accordo pochi anni » dopo fattosi per certi beni c pescagioni Ira i chioggiotti e Pietro (i) Luog. cil. cap. XXV. pag. 317.