ANDO 552. 40 CAPO Vili. Controversie coi Padovani. Venezia proietta da vascelli bene armali, gelosa del suo commercio, onorala per tanto valore, esercitò un nuovo atto della sua indipendenza, interdicendo ai popoli del vicino continente la navigazione nelle sue lagune. I padovani soffrivano di mal animo un siffatto divieto, c lo riputavano violazione dei loro diritti. Colsero pertanto 1’ occasione, in cui Nerscte, approdalo a Rialto, per chiedere ai veneziani il trasporto delle sue truppe dall’ una all’ altra sponda del mare, accoglieva i deputali delle varie città della terra-ferma ; e mandarono aneli’ eglino una deputazione, la quale gli offrisse i loro servigi e li dichiarasse bramosi di diventare sudditi dell’ impero. Profittarono della circostanza quei deputali,' c dopo avergli esposto i loro sentimenti di devozione, passarono a lagnarsi, — « che i veneziani, non solo s’erano impadroniti del porlo di Malamocco, posseduto da immemorabile tempo dai padovani, cd erano saliti a considerevole grandezza per le isole, per i lidi, pelle lagune ; ma s’ erano anche falli padroni delle foci dei fiumi, cd a loro talento c a proprio vantaggio le avevano chiuse a tutti e fortificale ; ed avevano usurpalo, persino sulle antiche appartenenze c sui diritti di Padova, un novello dominio c siffatto da intimorire chicchessia per terra e per mare ; che i padovani chiedevano al-1’ imperatore assistenza a ricuperare quanto loro avevano tolto i veneziani, c clic speravano non sarebbe con lui riuscita inefficace la domanda, siccome lo era stala con Odoacre c con Teodorico. » — Rispose, a queste lagnanze, in presenza di Nersele, il tribuno di Rialto, che nominavasi Nicolò ; c rispose, a un bel circa, di siffatto tenore : — • I padovani per lo spavento dei visigoti c degli unni, s’ erano da prima a queste isole riparati, od altrove erano fuggiti pellegrinando. Ritornati dipoi al patrio suolo, avevano vol. i. 7