Alwo 1156—1162. 475 Dopo avere lasciato lungamente il patriarca nello spavento, se ne ascoltarono alla fine le istanze. Il doge gli concesse la libertà, ma a patto di pagare ogni anno alla repubblica il tributo di un toro e di dodici porci, i quali dovevano essere inviali a Venezia pel giorno del giovedì grasso, eh’ era 1’ anniversario della ottenuta vittoria. Nel toro veniva raffiguralo il patriarca ; nei dodici porci, i dodici canonici del suo seguito. Quello e quesli servirono a celebrare una curiosissima festa, la quale ogni anno nel giovedì grasso si rinnovò con entusiasmo ed allegria generale. Essa la si celebrava col metodo seguente, clic ci viene esposto dalla erudita narratrice delle Feste veneziane, e clic colle sue stesse parole piacemi di ricordare (1). « Ricevuti dal pa-» triarca gli effetti stipulati, si custodivano gelosamente nel palazzo • ducale. Il giorno innanzi la gran festa erigevansi nella sala, detta • del Piovego, alcuni castelli di tavole rappresentanti le fortezze » dei signori friulani. Ivi pure raccoglievasi il magistrato del Pro- • prio, che in forma legale pronunziava sentenza di morte contro » il toro ed i porci. Il corpo de’ fabbri essendosi altamente segna-» lato nella vittoria contro Ulrico, come quello de’ casseleri nella » liberazione delle venete spose involate dai triestini in Olivolo, » meritò il privilegio di tagliar la testa al toro. E per ciò la mat- • tina del giovedì grasso, armati tutti di lance, di scimitare ignu-» de, e di lunghissime spade, fatte appositamente, si recavano al » palazzo ducale con alla testa il loro gonfalone e preceduti da » scelta banda militare. Ad essi consegnavansi il toro ed i porci, che » veniano condotti con molto apparato nella piazza di san Marco. » Queste vittime passavano in mezzo alla moltitudine avida di ve- > derle atterrate. Il popolo coll’ occhio scintillante, e pieno di cuore » della propria gloria, usciva in trasporti di gioia, eh’ erano quasi • altrettanti pegni di nuove vittorie. Stava esso attendendo con im-» pazienza il segnale, e parevagli rivedere il giorno del suo trionfo (i) Origine dette feti* venniant, rol. II, Vcntzu 1817, pug 4‘ « *«?•